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Gioia Tauro: ridotta in schiavitù, violentata e perseguitata per 20 anni

Pubblicato: 13/03/2019 13:16

Una donna 40enne di Gioia Tauro è stata ridotta in schiavitù, violentata e perseguitata da un uomo di 70 anni originario di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, e da un complice 55enne di Polistena, per 20 anni. L’uomo è riuscito a circuire la donna, convincendola di essere un sociologo e di poterla aiutare a guarire dall’anoressia di cui era affetta quando lei era una 20enne. Grazie a piccoli aiuti economici e mostrandosi sempre disponibile, i familiari della 40enne lo avevano accolto come un amico di famiglia. Dietro a questi aiuti, in realtà, si celava l’intento di approfittare della donna: la 40enne era obbligata ad avere con l’uomo rapporti sessuali, a eseguire tutti i suoi ordini e a non dire nulla, perché lui l’aveva anche convinta di essere un massone, pieno di relazioni con forze dell’ordine, con il clero, con la magistratura e fra i politici, per cui se anche lei si fosse ribellata nessuno le avrebbe creduto.

Ridotta in schiavitù per 20 anni

Il 70enne era riuscito ad avvicinare la giovane nel 1998, in un centro anziani, dicendole di essere un sociologo e di avere le competenze per aiutarla a guarire dall’anoressia, di cui la giovane era affetta. Quello che è apparso inizialmente come un uomo buono, un amico, che si offriva di darle una mano, in realtà si è poi rivelato un aguzzino. La donna che all’epoca aveva 20 anni è lentamente diventata succube dell’uomo che le offriva aiuto economico e psicologico, per poi ricattarla e costringerla a eseguire i suoi ordini, a sottoporsi a vessazioni di ogni genere e ad avere con lui rapporti sessuali, rapporti estorti sotto minaccia, con la forza.

Gioia Tauro, ridotta in schiavitù per 20 anni: arrestato l'aguzzino
Immagine di repertorio

Lui l’aveva addirittura obbligata a sottoporsi ad un aborto clandestino dopo che lei era rimasta incinta. La donna era convinta di non potersi ribellare perché il suo aguzzino millantava conoscenze nelle forze dell’ordine, nel clero, nella magistratura e nella politica, sostenendo di essere un massone, per cui anche se lei si fosse ribellata nessuno le avrebbe creduto. In questo modo, l’ha rinchiusa in una gabbia fatta di menzogne per poter abusare di lei. Anche la famiglia delle giovane aveva ricevuto aiuti economici dal 70enne e lo aveva accolto come un amico di famiglia. Quando la donna aveva poi tentato di liberarsi dal suo giogo nel 2017 rifiutandosi di eseguire i suoi ordini e sottostare alle sue richieste, l’uomo ha iniziato a pedinarla, a contattarla in continuazione e a minacciarla di morte, con l’aiuto di un complice, un 55enne di Polistena. Una storia terribile che si è conclusa oggi, con l’arresto dei due.

L’aguzzino e il suo complice finiscono in manette

Le indagini contro i due uomini sono partite nel 2017 quando al commissariato di Gioia Tauro e alla Procura di Palmi sono arrivate moltissime denunce anonime contro la donna ridotta in schiavitù, accusata di custodire droga e di compiere numerose attività illegali. Allora, sono partite le verifiche del commissariato di Gioia Tauro che ha perquisito l’abitazione della 40enne e invece di trovare una criminale ha scoperto una vittima. Lei pensava che gli uomini delle forze dell’ordine fossero arrivate a casa sua per volere del suo aguzzino, che l’aveva persuasa di essere un massone. Così, ha iniziato a fare riferimenti al 70enne, ai suoi contatti e alle sue conoscenze. Riferimenti che non venivano colti dagli agenti che si trovavano a casa sua per tutt’altro motivo, ma che hanno capito di dover indagare per approfondire.

Gioia Tauro: 40enne ridotta in schiavitù per 20 anni, arrestato un aguzzino 70enne e un complice 55enne
Il Tribunale di Reggio Calabria. Credits: Sito Tribunale di Reggio Calabria

La 40enne ha così iniziato a raccontare gli abusi subiti per 20 anni: violenze morali, fisiche e sessuali, coercizione psicologica e stalking. La donna ha indicato nomi, particolari e indicazioni precise sulle attività del suo aguzzino. Le informazioni fornite agli agenti dalla donna sono state tutte verificate dalle forze dell’ordine che hanno condotto indagini sull’uomo e sul suo complice. Così, il suo aguzzino 70enne e il suo complice di 55 anni sono finiti in manette grazie ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria. Il 70enne dovrà difendersi dall’accusa di riduzione in schiavitù, mentre l’altro uomo è stato accusato di aver compiuto contro la 40enne atti persecutori.