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La protesta storica di Greta: “Mai troppo piccoli per fare la differenza”

Pubblicato: 14/03/2019 11:55

Greta Thunberg. Ricordatevi questo nome, perché la 16enne di Stoccolma entrerà nei libri di Storia. Dopo esser stata nominata Donna dell’anno in Svezia, ora è in lizza pure per il Premio Nobel per la Pace. Tre parlamentari norvegesi hanno inviato la proposta al Comitato del Nobel. Lei ringrazia su Twitter: “sono onorata“. Riconoscimenti dovuti al fatto che la giovane attivista svedese ha avviato una protesta che si espande a macchia d’olio per combattere la crisi più grave del nostro secolo: il riscaldamento climatico. In pochi mesi ha coinvolto migliaia di persone in una battaglia fondamentale per la sopravvivenza dell’ambiente e dell’umanità. Partito da Stoccolma, il fenomeno è ora globale. Domani 15 marzo è previsto un evento unico, cui hanno aderito più di 1600 città in tutti i continenti. In migliaia son pronti a scendere in piazza, in ogni angolo del pianeta, per pretendere dalla politica un’azione concreta contro il disastro ambientale in atto.

Le origini della protesta di Greta

Da mesi va avanti imperterrita, sotto il sole, la pioggia, la neve. Tutto è iniziato lo scorso agosto, quando Greta ha deciso di scioperare da scuola sino alle elezioni svedesi del 9 settembre. Armata di un cartello con la scritta “Sciopero scolastico per il clima”, si è piazzata di fronte al Parlamento svedese come forma di protesta verso il governo, accusato di non rispettare gli accordi internazionali sulle emissioni di CO2. Ha iniziato da sola, poi si son uniti i suoi genitori e i compagni di scuola, inizialmente restii, finché la protesta ha preso piede. Gli occhi del mondo si son concentrati su di lei però a partire dal discorso pronunciato al Cop24, la Conferenza mondiale sul clima, tenutasi lo scorso dicembre a Katowice (Polonia). In quell’occasione, a discapito della sua esile figura, Greta Thunberg ha dimostrato la determinazione di un gigante.

Greta Thunberg, settimana 19 di protesta (Foto Facebook)
Greta Thunberg, settimana 19 di protesta (Foto Facebook)

Il discorso in Polonia che l’ha resa famosa

[…] La nostra biosfera viene sacrificata affinché i ricchi in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. È con la sofferenza dei molti che si paga il lusso dei pochi. Voi dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa, eppure gli state strappando il futuro davanti agli occhi. […] Non siamo qui per pregare i leader mondiali di interessarsi alla questione. Ci avete ignorato in passato e continuerete a farlo. Non abbiamo più scuse e non abbiamo più tempo. Siamo venuti qui per avvisarvi che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o meno”. Da quel discorso, il mondo si è accorto della giovane attivista svedese e del movimento #FridaysForFuture. Coloro che si riconoscono nelle parole, nella rabbia e nella preoccupazione di Greta aumentano di settimana in settimana. E ormai ogni venerdì scendono in piazza decine di migliaia di studenti e non solo.

Fonte video: People Pub

Il discorso a Davos, davanti ai potenti del mondo

La notorietà di Greta è aumentata ancora, facendole guadagnare inviti su alcuni dei palchi più importanti del mondo. Il 25 gennaio, all’ultima giornata del Forum Economico Mondiale a Davos (Svizzera), ha ribadito con ancora maggior veemenza le sue precedenti parole. Ne riportiamo un estratto: “Secondo il IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU) ci restano meno di 12 anni prima di non poter più rimediare ai nostri errori. In questo lasso di tempo sono necessari cambiamenti senza precedenti, a partire dalla riduzione delle nostre emissioni di CO2 di almeno il 50%. […] Sì, stiamo fallendo, ma c’è ancora tempo per ribaltare tutta la situazione. Possiamo ancora rimediare. […] Risolvere la crisi climatica è la più grande e complicata sfida che l’Homo Sapiens abbia mai affrontato. […] Gli adulti continuano a ripetere: ‘Lo dobbiamo ai giovani, dobbiamo dargli speranza’. Ma io non voglio la vostra speranza. Voglio che andiate nel panico. Voglio che proviate la stessa paura che io provo ogni giorno. E poi voglio che agiate come se foste in crisi. Come se la nostra casa fosse in fiamme. Perché è esattamente così”.

Greta Thunberg guida la protesta a Parigi (Foto Instagram)
Greta Thunberg guida la protesta a Parigi (Foto Instagram)

Greta ha parlato anche davanti a Juncker

I video dei suoi discorsi sono diventati virali, e sui suoi profili social i follower crescono a dismisura per sostenere la battaglia per la giustizia climatica. Vista tutta l’attenzione mediatica, Greta è stata invitata, il 21 febbraio, a parlare al Comitato economico e sociale europeo, alla presenza anche del Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Ancora una volta ha dimostrato di non aver alcun pelo sulla lingua davanti ai potenti della Terra, rinfacciando loro il male che da decenni stanno compiendo ai danni del pianeta. Così, senza giri di parole, punta a trionfare in questa sfida. Greta non teme niente e nessuno, se non le conseguenze di politiche scellerate sulla pelle dei giovani e dell’ambiente. Anche il nostro Presidente della Repubblica Mattarella ha lanciato l’allarme sul clima, citando l’attivista svedese dall’Università della Tuscia (Viterbo) lo scorso 26 febbraio.

Fonte video: canale youtube 884C25

“Non c’è un Pianeta B”

Non c’è un Pianeta B”: uno degli slogan che da ben 29 settimane viene gridato dalle strade di tutto il mondo. Gli scienziati hanno fissato a 12 anni da ora il punto di non ritorno. Se non riduciamo immediatamente le emissioni di CO2, il surriscaldamento globale porterà la temperatura della Terra oltre la soglia critica di 1.5° rispetto ai livelli preindustriali. Se ciò avvenisse, assisteremmo a dei cambiamenti climatici che non potremmo più fronteggiare. Bisogna agire ora, o rischiamo seriamente di essere i nuovi dinosauri. I nostri mari sono pieni di plastica, lo smog è alle stelle, lo smaltimento dei rifiuti non sufficiente, gli sprechi immani. E ciò lo paghiamo tutti: flora, fauna e noi stessi, perché migliaia di persone stanno già morendo per cause climatiche. Non possiamo più fare finta di niente.

La speranza divampa, ma non basta

Greta Thunberg ha acceso una miccia che sta infiammando il mondo. Le marce di FridaysForFuture son arrivate ovunque, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Asia all’Africa, dal Sud America all’Oceania. E anche in Italia ci stiamo mobilitando. Domani 15 marzo ci sarà un evento mondiale senza precedenti. Una manifestazione in contemporanea su tutto il pianeta per pretendere concretezza dalla politica dopo decenni di promesse e disastri ambientali. Greta ha dato il via, ora tocca a tutti contribuire, perché siamo tutti sulla stessa barca, che affonda sotto il peso del nostro inquinamento. Possiamo fare tanto: dalle piccole abitudini quotidiane che tutti possiamo cambiare, al votare leader che vogliono risolvere il problema del riscaldamento globale, invece che negarlo. L’unica soluzione è l’azione. Il tempo stringe, ma una speranza c’è ancora. Quella speranza, oggi, si chiama Greta Thunberg. Ma da sola non può salvare il mondo. Insieme, possiamo farlo.

Greta Thunberg guida la protesta a Bruxelles (Foto Instagram)
Greta Thunberg guida la protesta a Bruxelles (Foto Instagram)

Ho imparato che non si è mai troppo piccoli per fare la differenza” (Greta Thunberg)