In Italia, le morti causate da infezioni da superbatteri rappresentato il numero più alto della percentuale europea. Lo ha detto il VII Congresso biennale internazionale Amit – Argomenti di malattie infettive e tropicali, tenutosi a Milano il 14 e 15 marzo.
La proliferazione di batteri antibiotico-resistenti
I superbatteri non sono altro che batteri resistenti ai farmaci. L’appellativo “super”, infatti, sta ad indicare un batterio che, con il passare del tempo, è diventato immune ai farmaci esistenti e alle cure antibiotiche. D’altronde, anche i batteri sono esseri viventi e sono soggetti alla medesima legge di natura: “sopravvive chi meglio si adatta”. Le cause della proliferazione di questi batteri sono soprattutto la scarsa frequenza con la quale ci si lava le mani e l’utilizzo inappropriato di antibiotici negli allevamenti intensivi di animali, che poi consumiamo.
Tutti corrono il rischio di contrarre infezioni da superbatteri
Il tema è molto serio. In Europa muoiono 33.110 persone ogni anno a causa di infezioni da superbatteri, solo in Italia più di 10.000. Se non si interviene tempestivamente nel 2050 le infezioni da superbatteri saranno la prima causa di morte nel mondo. “Attualmente qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti” ha spiegato Marco Tinelli, tesoriere della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), presidente del summit Amit insieme a Massimo Galli, presidente Simit. “Sembra un paradosso – osserva – ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria. I batteri non conoscono frontiere e le stesse resistenze che si trovano in Europa o negli Stati Uniti si possono evidenziare in villaggi sperduti in Africa e in America Latina, come il report dell’Oms dimostra chiaramente“.