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Salvini: “Non è possibile acquistare marchi Made in Italy e produrre all’estero”

Pubblicato: 15/03/2019 11:30

Matteo Salvini si batte contro la delocalizzazione delle aziende italiane che decidono di spostare la produzione all’estero. Per questo è pronta una nuova proposta di legge dalla Lega. “Vogliamo difendere con le unghie e con i denti e con leggi di buon senso le aziende italiane e i marchi storici“, ha detto il vicepremier.

La proposta di legge

La Lega ha le idee chiare. Perché il consumatore sia tutelato bisogna che “Tutti i marchi storici facciano parte di un albo al Mise: non è possibile acquistare marchi Made in Italy e poi produrre all’estero, no alla delocalizzazione selvaggia“. L’unica cosa che c’è ora, per il leader della Lega è confusione: “A noi interessa che il consumatore sappia cosa compra, cosa che oggi non è permessa, nel nome del libero mercato, che è caos totale“. Il nuovo albo dovrà riunire “le imprese nazionali che, a partire dal loro insediamento, si siano sviluppate in uno specifico sito di produzione italiano raggiungendo l’eccellenza nel proprio settore“. La battaglia per questa proposta di legge partirà da dopo il 26 maggio, giorno del voto per le elezioni europee.

In cosa consiste esattamente? “I diritti sui marchi iscritti nell’elenco dei marchi storici nazionali di alto valore territoriale, […] decadono se il titolare del marchio cessa la produzione nel territorio del comune in cui lo stabilimento produttivo principale era situato alla data di registrazione del marchio“, si legge nell’articolo 5. Questo non vuol dire che non si possano aprire nuovi stabilimenti, basta che lo stabilimento principale venga salvaguardato.

Matteo Salvini, primo piano
Matteo Salvini – Foto: Ansa

La difesa del Made in Italy

Vogliamo difendere con le unghie e con i denti e con leggi di buon senso le aziende italiane e i marchi storici”. Questa proposta di legge “è uno strumento per la difesa del Made in Italy e delle aziende italiane. Siamo al governo da 9 mesi, se fosse stato approvato anni fa alcune aziende avrebbero operai al lavoro, ma meglio tardi che mai“. Poi si concentra su alcuni casi molto noti: “Se poi vuoi aprire con il nome della Pernigotti o della Borsalino aziende in Russia o Cina, devi comunque mantenere la produzione in Italia per conservare il marchio storico“. E ancora, proprio riferendosi alla Pernigotti: “Se produci cioccolato in Turchia ci metti allora una etichetta così grande dove scrivi ‘Made in Turchia’, cosa che oggi l’Europa impedisce“.

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