Il fatto è accaduto a Lanciano, in provincia di Chieti, e, se non fosse stato per la madre di questa ragazzina di 13 anni che ha scoperto le conversazioni via WhatzApp tra sua figlia e un 36enne, nonché le foto hard che l’uomo aveva convinto la ragazzina a inviargli, probabilmente sarebbe successo il peggio. La Procura di Lanciano ha chiuso le indagini contro il 36enne S. M. che dovrà difendersi dall’accusa di molestie sessuali.
Le foto hard
L’uomo di 36 anni è riuscito ad avvicinare la ragazzina 13enne perché impiegato in un’azienda artigianale di proprietà del padre di un’amica della minorenne.
La 13enne spesso si recava lì per far visita alla sua amica. Lui ha iniziato a parlarci e poi le ha chiesto il numero di cellulare. Attraverso elogi e apprezzamenti è riuscito a conquistare la fiducia della ragazzina e ha iniziato a dirottare le conversazioni che intrattenevano su WhtazApp sull’argomento “sesso“. L’uomo l’ha convinta passo dopo passo a mandargli foto in pose osé oppure nuda, chiamandola “amore” e commentando con parole di apprezzamento gli scatti che la 13enne, completamente circuita dall’uomo, gli inviava. Poi, lui stesso ha iniziato a mandargli foto hard. Da qui, il passo è stato breve: il 36enne ha iniziato a chiedere alla minorenne ripetutamente di incontrarsi con il malcelato intento di consumare con lei atti sessuali.
La denuncia della madre della 13enne
A scoprire la gravità della situazione è stata la madre della ragazzina che ha controllato il cellulare di sua figlia e ha trovato le foto hard, comprendendo cosa stava accadendo tra la 13enne e l’uomo di 36 anni.
Immediatamente, la donna ha allertato le forze dell’ordine denunciando l’uomo. Secondo quanto si legge su Il Gazzettino, lo scambio di messaggi tra i due è attestato in un periodo che va dal 17 febbraio al 2 marzo 2018. Il 36enne si trova ora accusato di molestie sessuali e i suoi legali hanno 20 giorni di tempo per presentare le memorie difensive prima di presentarsi davanti al gip per la richiesta di rinvio a giudizio dell’uomo presentata dalla Procura di Lanciano.