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Jessica Faoro uccisa perché rifiutava di compiere giochi erotici con il killer

Pubblicato: 17/03/2019 16:28

Nelle motivazioni della condanna all’ergastolo per omicidio con rito abbreviato di Alessandro Garlaschi, il gup Alessandra Cecchelli del Tribunale di Milano ha messo nero su bianco che Jessica Faoro fu uccisa il 7 febbraio scorso con 85 coltellate dall’imputato per non essersi prestata a compiere con lui giochi erotici. Il suo rifiuto ha quindi fatto scatenare la furia omicida dell’uomo che si è accanito su di lei, cercando dopo averla uccisa di liberarsi del suo cadavere bruciandolo, motivo per cui è stato condannato anche per vilipendio di cadavere.

Il rifiuto dei giochi erotici

Jessica Faoro non voleva quella notte tra il 6 e il 7 febbraio compiere dei giochi erotici con il 39enne Alessandro Garlaschi e per questo motivo lui l’ha uccisa. L’uomo le aveva nascosto anche il suo matrimonio, dicendole che sua moglie era sua sorella, per questa ragione il tranviere è stato anche condannato per sostituzione di persona. Quella sera, dopo aver convinto sua moglie ad andare a dormire dalla madre, Garlaschi era solo con la ragazza 19enne, nel suo appartamento.

Jessica Faoro: Garlaschi l'ha uccisa perché lei si è rifiutata di sottoporsi a giochi erotici
Alessandro Garlaschi

Mosso da un evidente interesse sessuale verso la vittima, il 39enne avrebbe cercato di convincerla a intrattenerlo con prestazioni sessuali. Di fronte al suo rifiuto, è esplosa la sua “furia omicida” e l’ha uccisa con 85 coltellate, cercando poi di dare fuoco al suo cadavere. Sono stati tutti vani i tentativi della ragazza di allontanarlo. Il gup ha scritto che il movente “risiede nel fermo rifiuto opposto quella sera dalla ragazza di intrattenere Garlaschi con giochi erotici da lui pretesi, oltre che nella dichiarata volontà espressa da Jessica anche poche ore prima dell’omicidio di andarsene definitivamente dall’abitazione dell’uomo, ormai troppo opprimente per le continue richieste di attenzioni e prestazioni sessuali rivolte alla giovane donna“. Jessica era ospite di Garlaschi. Aveva accettato di essere ospitata in casa sua perché non aveva alternative, in cambio lei doveva lavorare come badante e assisterlo per il suo diabete. Jessica viveva per strada, era stata tolta ai genitori da quando era piccola, rifiutata dalle famiglie affidatarie e sempre in fuga dalle comunità che tentavano di aiutarla a recuperare la sua vita.

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Jessica voleva andare via dalla casa del killer

Jessica Faoro non poteva sapere che lei non era la prima giovane che Alessandro Garlaschi ospitava in casa con il palcido benestare di sua moglie, che accettava di dormire da sua madre, quando il marito le chiedeva di andarsene per far spazio nel suo appartamento a qualche giovanissima. Nelle motivazioni della sentenza, il gup ha messo in chiaro anche questo aspetto dell’imputato per evidenziare come il movente dell’omicidio di Jessica Faoro sia da ricollegare proprio all’interesse sessuale dell’uomo nei confronti della ragazza 19enne e nel rifiuto di questa di intrattenere con lui giochi erotici.

Jessica Faoro: Garlaschi l'ha uccisa perché lei si è rifiutata di sottoporsi a giochi erotici
Jessica Faoro

Il gup ha raccolto le testimonianze di una ragazza italo-marocchina e di un’infermiera, ospiti di Garlaschi prima di Jessica, e dalle quali l’uomo pretendeva giochi erotici oltre alle cure per il suo diabete, motivo per il quale entrambe erano sparite dalla vita del tranviere appena avevano potuto. Il gup ha scritto: “(Garlaschi, ndr) proponeva loro di indossare un perizoma lasciandosi fotografare e filmare mentre, seminude, attendevano alle mansioni domestiche“. Il 39enne avrebbe quindi tentato di convincere Jessica a sottoporsi alle stesse prestazioni e di fronte al suo rifiuto l’ha uccisa. Per il gup, Jessica non sopportava più le avances del 39enne, al punto che aveva deciso di andare via da casa sua, nonostante non avesse alternative perché lui “pretendeva in cambio di una casa o qualche somma di denaro o regali, masturbazioni o manipolazioni sessuali che la giovane donna non voleva assecondare“.