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Nave Ong a Lampedusa: il Viminale vieta lo sbarco

Pubblicato: 19/03/2019 08:35

La nave Mareo Jonio di “Mediterranea Saving Human” ha salvato ieri 49 migranti, ora si trova davanti alle coste di Lampedusa. A bordo ci sono minori. Dalla nave fanno sapere di essere in pericolo di vita: il maltempo metterebbe a dura prova la nave che chiede un porto.

Divieto di sbarco

La nave, che batte bandiera italiana, è ferma a largo di Lampedusa. Il capo missione Luca Casarini conferma all’AdnKronos che da lì “non si possono muovere“, perché c’è il divieto di sbarco. Le Fiamme Gialle avevano intimato alla nave di fermarsi, ma ha proseguito fino ad arrivare vicino alle nostre coste.

Situazione di pericolo

Intanto Luca Casarini ha spiegato a Repubblica: “Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, 50 naufraghi a bordo oltre l’equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone per questo stiamo andando a ridossare verso l’isola di Lampedusa“. A bordo ci sarebbero 12 minori. Le condizioni di salute sarebbero per quasi tutti stabili tranne che per una persona, per cui si sospetta una polmonite.

Il medico Guido Di Stefano cerca di spiegare come stanno le persone a bordo: “I naufraghi a bordo continuano a vomitare nonostante le medicine, e ho difficoltà di farli uscire per andare al bagno perché é troppo pericoloso“.

La posizione di Matteo Salvini

Matteo Salvini, intervenuto a Skytg24, accusa Luca Casarini di guidare una nave dei “centri sociali“. “Se uno raccoglie 49 persone, va nel posto più vicino o più lontano?“, chiede Salvini con la certezza che il recupero sia avvenuto più vicino alla Libia che all’Italia. Poi chiarisce che nessuno scenderà da quella nave, e che verranno forniti tutti i generi di conforto: cibo, vestiti, medicinali. “Questo è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“, chiude Salvini. Già qualche ora fa, sul suo profilo ufficiale, aveva scritto: “I porti erano e rimangono CHIUSI“.

Per il Viminale la priorità “rimane la tutela delle vite, ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare“. Qualsiasi azione che non rispetti queste regole “può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani“.

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2019 12:08