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L’energia elettrica generata dal mare è arrivata in Italia

Pubblicato: 29/03/2019 16:30

Eni annuncia di aver installato e avviato con successo a Ravenna il primo impianto ibrido al mondo, che genera cioè energia elettrica sia dal moto ondoso che dal calore solare. Il macchinario si chiama Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC) ed è nato dalla collaborazione tra Eni, impegnata da tempo nella ricerca di energia da fonti rinnovabili e il Politecnico di Torino, in particolare, con la sua spin-off Wave for Energy.

Il potenziale di un sistema innovativo

L’impianto pilota è stato accolto dalle acque italiane, in un luogo famoso per la produzione di energia legata esclusivamente agli idrocarburi. Si tratta dell’offshore di Ravenna, il più importante centro per le attività estrattive del mare Adriatico. Il sistema ISWEC è unico al mondo in quanto ibrido: composto da fotovoltaico e sistema di stoccaggio energetico. La struttura è costituita da un galleggiante al cui interno alloggia il dispositivo di conversione del moto ondoso in elettricità. Di facile manutenzione e a ridotto impatto ambientale, l’impianto, una volta azionato, lavora senza produrre alcun rumore o vibrazione che possa interferire con la flora e la fauna marina. Un’altra caratteristica importante del sistema è la sua capacità di adattarsi alle differenti condizioni marine, così da garantire continuità nella produzione energetica. Determina quindi un’efficace produzione di energia rinnovabile, con emissioni minime. In una nota stampa, Eni dichiara che il dispositivo ha raggiunto un picco di potenza superiore a 51 kW, ovvero il 103% della sua capacità nominale. Inoltre afferma: “Le onde sono la più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo, con densità energetica estremamente elevata, alta prevedibilità e bassa variabilità, rappresentano, quindi, una fonte di energia molto promettente per il futuro“.

onde marine
immagine di repertorio

La collaborazione col Politecnico di Torino

Le attività di ricerca, informa il sito web del PoliTo, iniziate 14 anni fa e condotte dal gruppo coordinato da Giuliana Mattiazzo ed Ermanno Giorcelli del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino, hanno portato allo sviluppo della tecnologia, industrializzata da Wave for Energy, che ha seguito la realizzazione della prima macchina. Il progetto nasce dalla consapevolezza dell’enorme potenziale energetico del moto ondoso come fonte di energia rinnovabile, grazie alla continuità e alla distribuzione del mare sul globo. “Si tratta di un esempio virtuoso di open innovation che, nata nei laboratori di ricerca del nostro Ateneo, ha attraversato tutti i successivi step verso l’immissione nel mercato, dalla nascita della spin-off Wave for Energy, fino all’adozione da parte di un grande gruppo industriale come Eni”, ha commentato Mattiazzo, docente responsabile della ricerca. Questo progetto rappresenta, infatti, una concreta integrazione tra il mondo accademico e quello dell’impresa. Eni assicura che continuerà “a valorizzare gli accordi di collaborazione in essere con le principali università italiane per accelerare lo sviluppo industriale di tecnologie innovative, potenziando e supportando il tessuto industriale nazionale”.

Politecnico di Torino