In queste ore stanno terminando gli scrutini nei diversi seggi che hanno ospitato le votazioni per le elezioni amministrative in Turchia. C’è ancora molta confusione sui vincitori. Ma già da qualche ora sembra evidente che l’attuale presidente del Parlamento, Recep Tayyip Erdoğan, stia perdendo il favore dei cittadini turchi. Sarebbe la prima sconfitta che il Partito della Giustizia e dello Sviluppo – AKP – subisce dal 2003.
Tutte le grandi città all’opposizione
Se si prendono in considerazione i dati generali, il partito conservatore turco, AKP, fondato da Erdoğan, ha comunque vinto le elezioni con quasi il 57 per cento dei consensi.
Mentre la coalizione avversaria ha ottenuto circa il 37 per cento. Ma è una vittoria amara, dal momento che in tutte le grandi città della Turchia gli elettori hanno preferito i partiti in opposizione a quello del presidente. Nella capitale, ad Ankara, dopo 25 anni di potere continuativo del partito di maggioranza, avrebbe vinto Mansur Yavas, candidato del Partito Popolare Repubblicano – CHP.

Il CHP ha affermato di aver vinto anche nelle due città costiere più importanti: Smirne, terza città del Paese, sulla costa ovest, e Antalya, al sud.
In quest’ultima, il partito di Erdoğan, era rappresentato dal potente Mevlüt Çavuşoğlu, ministro per gli Affari Esteri. Intanto l’AKP ha fatto sapere che presenterà ricorso contro i risultati.

Confusione a Istanbul
Mancano ancora i risultati di Istanbul, e la situazione sembra più confusa che mai. Nella notte scorsa, infatti, Binali Yildirim, fedelissimo del presidente, ha annunciato la propria vittoria in tv. Tutto ciò avveniva a scrutini non ancora conclusi.
Con il passare delle ore si è vista la rimonta dell’avversario, Ekrem Imamoğlu, candidato con il CHP. Il quale, durante una conferenza stampa, ha anch’egli annunciato di essere il vincitore. Se così fosse, l’AKP, dopo un quarto di secolo al potere, perderebbe la città sul Bosforo.

Nel frattempo, Erdoğan ha dichiarato che: “Le prossime elezioni si terranno tra 4 anni e mezzo, nel 2023“. Da un po’ di tempo a questa parte, nel Paese, si è votato praticamente ogni anno, e da 17 anni il vincitore di ogni competizione elettorale era il partito conservatore.
Adesso il presidente sembra aver rimandato tutto al 2023, anno in cui ricorrà l’anniversario dei 100 anni della fondazione della Repubblica di Turchia.

Le elezioni in Turchia tra violenza e critiche
Questa tornata elettorale è iniziata molto male, tra accuse, violenza e scontri ai seggi. Nel giorno della votazione, nella provincia di Malatya, Anatolia Orientale, sono stati uccisi in un seggio due militanti del Partito della Felicità – SP (partito conservatore islamista).
Si apprende da La Repubblica che il voto è stato contestato anche dal Consiglio d’Europa, nello specifico da Andrew Dawson. Questi, a capo della missione di osservazione elettorale per le amministrative in Turchia, ha dichiarato: “Non siamo del tutto convinti che attualmente nel Paese ci sia l’ambiente elettorale libero e giusto che è necessario per elezioni genuine e democratiche in linea con i valori e i principi europei“.