“Un maestro che ha fatto della bellezza il suo linguaggio”. Così Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, ha definito Franco Zeffirelli. Sabato 6 aprile, nel corso dell’evento Senato e Cultura, il celebre artista è stato invitato a Palazzo Madama a ritirare la targa di riconoscimento di “Genio ed eccellenza italiana nel mondo”. Un premio alla carriera più che meritato, per “aver saputo trasporre sui palcoscenici più importanti del mondo e sul grande schermo le atmosfere, lo spirito e le emozioni del teatro e dell’opera lirica”, come ha affermato la Casellati.
La consegna del premio a Franco Zeffirelli
Zeffirelli, classe 1923, ha fatto il suo ingresso in Senato accompagnato dal figlio Pippo e da uno scroscio di applausi. Fragile sulla sua sedia a rotelle, ma sempre distinto e raffinato con la sua immancabile sciarpa bianca. Un’autentica standing ovation ha accolto l’emblema italiano del teatro, del cinema e dell’Opera, definita dal Presidente Casellati “il più straordinario biglietto da visita del nostro paese”. Proprio all’Opera era dedicato l’appuntamento di sabato 6 aprile di Senato e Cultura, ciclo di eventi appositamente studiato per la promozione del patrimonio artistico-culturale italiano. Il Belpaese è ricco di eccellenze affermate (Zeffirelli ne è la prova) e di giovani talenti, come il virtuoso tenore Francesco Meli, esibitosi dopo la consegna della targa. Meli, definito dal Presidente Casellati “uno dei tenori più affascinanti e richiesti al mondo”, ha spaziato da Verdi a Puccini in un intenso programma di arie d’opera.
Zeffirelli, carriera di un maestro “in un harem”
“Sono un sultano in un harem di tre donne: Opera, Teatro, Cinema”. Così si autodefinisce Franco Zeffirelli. Difficile riassumere in modo più conciso ed efficace la sua vita di artista poliedrico. Nasce come attore nel 1947, per poi diventare autore teatrale (inizialmente a fianco di Luchino Visconti) e infine regista per il grande schermo. Tra i suoi più grandi successi al cinema, Fratello Sole e Sorella Luna, Romeo e Giulietta (campione d’incassi negli Stati Uniti) e, più di recente, Storia di una capinera. A coronamento del suo grande amore per l’Opera, negli anni ‘70 collabora con il Teatro alla Scala di Milano, dove propone la sua versione di Aida e Otello. Ma gli italiani lo ricordano anche per lo sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth del 1977.
L’ultima fatica artistica di Zeffirelli
La vocazione artistica non conosce età: nonostante i 96 anni, Zeffirelli firma la Traviata che sarà presentata all’Opera Festival di Verona il prossimo giugno. Un progetto decennale di cui il regista è molto orgoglioso. “La vecchiaia è un grosso fardello, ma cerco ancora di sfornare idee da realizzare nel mio, molto imminente, futuro e ciò mi tiene occupato mentalmente”, racconta al Corriere della Sera.
“Ho paura di morire. Sono credente e prego molto, ma quando in giardino mi guardo intorno, dico ai miei figli: pensate, prima o poi non potrò più godere di questa meraviglia, non vedrò più questa bellezza”.
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