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Mimmo Lucano sulle accuse: “La verità verrà fuori”

Pubblicato: 13/04/2019 00:10

Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che ha creato un modello di accoglienza studiato in tutto il mondo, risponde alle accuse di truffa e falso ideologico mosse dalla Procura di Locri. Non c’è pace per Lucano che, dopo che la Cassazione ha sollevato dubbi sulle accuse e un rinvio a giudizio, deve fronteggiare una nuova inchiesta.

Mimmo Lucano risponde alle accuse della Procura di Locri

All’Adnkronos, il primo cittadino del comune calabrese ha rilasciato diverse dichiarazioni dopo la notizia delle nuove indagini. “Dalla Procura di Locri accuse assurde. Truffa? Ma di cosa stiamo parlando?“, dichiara, “Prima mi chiedono aiuto e poi mi condannano. Sono solo e sto vivendo una sofferenza enorme. Siamo in una società dove prevale solo la distruttività e tutta questa storia sembra essere sotto l’influenza politica. So di essere nel giusto. Seguo un ideale di giustizia e umanità e posso andare avanti all’infinito, nonostante il calvario che sto vivendo. La verità verrà fuori. Io non ho paura“.

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Mimmo Lucano e il progetto Riace
Mimmo Lucano

“Non ci ho guadagnato. Ho solo creduto in un’idea”

Alle accuse mosse da Ezio Arcadi, procuratore di Locri, sulle presunte false attestazioni sull’idoneità abitativa delle strutture di accoglienza, Lucano replica: “È una competenza dell’ufficio tecnico. E comunque per me l’emergenza in quel momento era dare un tetto alle persone da accogliere, stessa esigenza della Prefettura“. Il sindaco continua: “Quelle case erano ‘sane’. A tal proposito, però, vorrei fare una domanda: ma a San Ferdinando sono mai stati chiesti i certificati di abitabilità? Eppure dentro la baraccopoli sono morte delle persone. Ma nessun fascicolo è stato aperto“.

Le indagini sul sindaco di Riace

Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio insieme ad altre 26 persone per abuso d’ufficio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dal gup di Locri Amelia Monteleone. Il processo inizierà l’11 giugno, ma nel frattempo sono sopravvenute le accuse della Procura di Locri, che oltre al primo cittadino coinvolgono altre 9 persone, per la gestione dei fondi dell’accoglienza.

La Corte di Cassazione a febbraio ha revocato il divieto di dimora a Riace per Lucano dichiarando che non sono state rinvenute “opacità” nell’azione del sindaco. La Suprema Corte ha dichiarato che l’ipotesi di presunti matrimonio di comodo “poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare“.

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2019 20:01