“Sono vivi“: sono queste le parole con cui un ministro del Burkina Faso, Rémis Dandjinou, ha lasciato accesa la speranza sul fatto che sia Pier Luigi Maccalli, missionario rapito in Niger, che Luca Tacchetto, ingegnere italiano e Edith Blais, sua compagna, siano ancora vivi. I due fidanzati erano scomparsi lo scorso 15 dicembre, mentre di Maccalli non si hanno notizie addirittura da settembre 2018.
Pier Luigi Maccalli, Luca Tacchetto ed Edith Blais sono ancora vivi
È con un’intervista a RaiNews24 che Rémis Dandjiou, ministro della Comunicazione e dei Rapporti col Parlamento del Burkina Faso, fa sapere che i due giovani scomparsi lo scorso 15 dicembre senza lasciare tracce siano ancora vivi, così come il missionario Pier Luigi Maccalli che si trovava in Niger: Luca Tacchetto, ingegnere di Padova, era invece in Africa Occidentale insieme alla compagna canadese Edith Blais per un viaggio in macchina, per cui erano partiti dal Veneto nel mese precedente alla scomparsa per raggiungere il Togo.
Secondo le ricostruzioni più attendibili, poco prima del 15 dicembre i due giovani erano stati ospiti di Robert Guilloteau, un loro conoscente con cui erano usciti a cena. E proprio a quella sera risalirebbe l’ultimo contatto di Luca con i propri genitori, grazie a un video inviato dal ragazzo per aggiornarli sul viaggio con la compagna. Dopodiché il silenzio.
I due fidanzati sarebbero in Mali, Maccalli in Niger
La speranza di liberare sia Maccalli che Tacchetto è ora alta, viste le parole di Dandjinou: secondo il ministro del Burkina Faso, però, nessuno dei due italiani si troverebbe nei confini del suo stato. Se Maccalli dapprima era stato effettivamente spostato in Burkina Faso, dopodiché i rapitori l’avrebbero nuovamente ricondotto in Niger, dove era effettivamente scomparso inizialmente. Tacchetto ed Edith Blais, invece, sarebbero ora in Mali, stando alle informazioni in possesso del ministro. Il loro ritrovamento, come ha specificato Dandjinou, è una priorità dello stato.
“L’intelligence dimostra che non si trovano più sul nostro territorio. Bisogna perfezionare questi elementi, ma siamo certi che non sono in pericolo di vita“, ha assicurato il ministro. “La cosa importante è che non ci sia stato alcun omicidio, perché se così fosse stato, avremmo ritrovato i corpi”.
“Per noi hanno importanza particolare perché sono persone che danno la loro vita, il loro tempo, la loro energia per sviluppare il nostro Paese“, ha infine concluso Dandjinou. “Il minimo che possiamo fare è garantirne la sicurezza e fare in modo che possano tornare a casa“.