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Pensionato ferito a morte da un casuario, “erede” del velociraptor

Pubblicato: 15/04/2019 15:57

Niente da fare per Marvin Hajos: è morto per le ferite causate da un casuario. L’uomo, un pensionato di 75 anni originario della Florida, allevava nel proprio giardino vari animali esotici, tra cui lama e il volatile più pericolo del mondo.

Ucciso da un casuario

I casuari sono originari della Nuova Guinea e dell’Australia, ma Hajos aveva alcuni esemplari in cattività. Sono animali molto amati dai collezionisti di animali esotici, e per possederli bisogna avere uno specifico permesso. Tenerli in casa però è costato caro al pensionato: probabilmente è caduto in giardino e il casuario lo ha attaccato. È stato lui stesso a chiamare i soccorsi, come ha riferito alla BBC il dipartimento dello sceriffo della contea di Alachua. Nonostante il repentino intervento, è stato tutto inutile: l’uomo è morto poco dopo essere arrivato in ospedale.

Il casuario

Del resto, non è un caso che sia considerato il volatile più pericoloso del mondo: il casuario ha un’indole particolarmente aggressiva e per di più ben 12 centimetri di artigli taglienti come lame. Appartenente alla famiglia casauriidae come gli emù e i piccoli kiwi, questi uccelli sono incapaci di volare, pensano ben 45 kg e zampe speroni simili a quelle dei velociraptor. La loro caratteristica più eccentrica è un elmetto osseo, utile probabilmente per il riconoscimento o per muoversi nel mezzo della vegetazione molto fitta. Di dimensioni e peso molto simili a quelle dello struzzo, un’altra loro caratteristica sono le caruncole che gli pendono dal pendolo dal collo, blu e rosse, con un disegno che varia con il passare del tempo.

I casuari comunicano con sibilii, fischi e schiocchi del becco, e quando minaccio iniziano a brontolare come se stessero ringhiando. Questo suono è così basso e potente che i custodi dello Zoo di San Diego riferiscono di sentirlo nello ossa, come è scritto nello sito web dello zoo. Riescono a correre fino a 50 km/h e sono considerato una specie protetta, in quanto in via d’estinzione.

Immagine in alto: Creative Commons Wikimedia

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