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Serena Mollicone: a 18 anni dalla morte indagate 5 persone

Pubblicato: 17/04/2019 21:18

Sono state chiuse dalla Procura di Cassino le indagini preliminari sulla morte di Serena Mollicone, uccisa nel 2001 ad Arce, provincia di Frosinone. Sarebbero 5 le persone coinvolte nell’omicidio, tra cui 3 carabinieri. Mollicone sarebbe morta nella Caserma dei Carabinieri del piccolo comune, secondo la Procura per mano di Marco Mottola, figlio dell’ex maresciallo delle forze armate Franco Mottola, anche lui indagato.

Omicidio Mollicone: indagati 3 carabinieri

La Procura di Cassino ha mandato l’informativa sulla chiusura delle indagini ai 5 indagati per l’omicidio di Serena Mollicone. Le accuse vanno dal concorso in omicidio aggravato e occultamento di cadavere per la famiglia Mottola, a concorso in omicidio volontario per il sottuffuciale Vincenzo Quatrale, mentre è indagato per favoreggiamento il militare Francesco Suprano. Sono loro, secondo gli investigatori, i responsabili per la brutale morte di Mollicone, pestata nella Caserma di Arce e poi portata in fin di vita nel boschetto di Anitrella, dove sarebbe stata legata mani e piedi e soffocata con un sacchetto di plastica.

La famiglia Mottola, l’ex maresciallo, la moglie Annamaria e il figlio Marco, è accusata di omicidio volontario. Gli indagati si sono dichiarati innocenti per il delitto, ma quanto emerso dopo le indagini dei Ros sembra confermare la ricostruzione dei magistrati.

Serena Mollicone, la vittima del delitto di Arce
Serena Mollicone, la vittima del delitto di Arce

La ricerca della verità durata 18 anni

Il padre della vittima, Guglielmo Mollicone, ha lanciato un appello: “Chi sa di questi 5, parli“. L’uomo si rivolge principalmente ai due carabinieri appellandosi alla loro “dignità“. Per Mollicone “La verità sta uscendo fuori, nonostante i depistaggi“.

Serena è stata vista entrare nella Caserma di Arce, come ha testimoniato Santino Tuzi, militare poi suicidatosi nel 2008 in mai chiarite circostante. La 18enne avrebbe voluto denunciare un giro di spaccio, di cui il responsabile sarebbe stato, secondo la vittima stessa, Marco Mottola. Ci sono molti elementi del caso che lasciano pensare che le indagini siano state inquinate durante questi anni, per tentare di insabbiare quanto accaduto alla giovane.