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Aldo Moro, la figlia Maria Fida scrive a Papa Francesco: “Fermi la beatificazione”

Pubblicato: 08/05/2019 16:24

C’è una richiesta di ‘Stop’ al processo di beatificazione di Aldo Moro, e arriva direttamente dalla figlia Maria Fida. Un appello rivolto a Papa Francesco, diffuso via web sotto forma di lettera indirizzata la Pontefice. La primogenita dello statista, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, usa parole incisive che ricalcano l’ombra di una presunta strumentalizzazione del caso.

Maria Fida Moro scrive al Papa

Fermi la beatificazione di mio padre“: è questo il leitmotiv dell’appello di Maria Fida Moro, primogenita di Aldo Moro, rivolto a Papa Francesco. 41 anni dopo il sequestro e l’omicidio dello statista, che consegnò alla storia una delle pagine più cruente della cronaca, la lettera scritta dalla figlia tuona come un potente j’accuse. Il caso Moro, secondo quanto sottolineato tra le righe della sua richiesta, porterebbe con sé uno strascico fatto di lotte di potere e business.

Santità – scrive Maria Fida Moro -, la prego dal profondo del cuore di interrompere il processo di beatificazione di mio padre Aldo Moro, sempre che non sia invece possibile riportarlo nei binari giuridici delle norme ecclesiastiche. Perché è contro la verità e la dignità della persona che tale processo sia stato trasformato, da estranei alla vicenda, in una specie di guerra tra bande per appropriarsi della beatificazione stessa strumentalizzandola a proprio favore“.

La figlia di Aldo Moro contro la beatificazione

La richiesta di Maria Fida, oggi 72enne, si impone come cruda lettura di presunti scenari speculativi intorno alla fine di Aldo Moro: “Dal 9 maggio di 41 anni fa è cominciato il ‘business’ della morte e lo sciacallaggio continuativo per sfruttare il suo nome a fini indebiti“.

Il primo step verso la beatificazione risale al luglio 2012, quando Aldo Moro fu proclamato ‘Servo di Dio’. Secondo la figlia del leader DC, il processo sarebbe corroso da ingerenze “anomale e ributtanti” mosse da meri interessi personali. Per Maria Fida Moro sarebbe in atto una vera e propria lotta intestina alla Chiesa, una “guerra tra bande“. Una galassia di giochi di potere intorno a cui graviterebbero presunte ambizioni sommerse.

Ma non è tutto. La primogenita di Moro chiede che sia fatta luce su alcune dinamiche interne alla beatificazione: “A me risulta che il postulatore (ecclesiastico designato a gestire una causa di beatificazione, ndr) legittimo sia Nicola Giampaolo – prosegue Maria Fida – al quale ho consegnato due denunce che sono state protocollate e inserite nella documentazione della causa nonché inoltrate per via gerarchica a chi di dovere. Ma non ho avuto alcuna risposta e sono passati anni. (…) Poi è spuntato un ulteriore postulatore, non si sa a quale titolo. Vorrei proprio che la Chiesa facesse chiarezza nella forma e nel merito”.

È questa la conclusione della lettera con cui la figlia di Moro sigilla il suo appello a Bergoglio: “Il mio nome significa fede e sono assolutamente certa della Comunione dei Santi e della vita eterna. E so che mio padre è in salvo per sempre nella perfetta letizia dell’eternità e nessuna bruttura può ferirlo. Ma preferirei mille volte che non fosse proclamato Santo, tanto lo è, se questo deve essere il prezzo. Una viscida guerra fatta falsamente in nome della verità“.