Gli ultimi giorni per la famiglia di Lorenzo sono stati incredibili. Sembra una cosa da poco per alcuni, ma a 17 anni Lorenzo è tornato a scuola. Perché la sua è una storia particolare? Perché il ragazzo è uscito da un coma profondo, da cui i medici credevano non potesse riprendersi, tanto che avevano perfino chiesto ai genitori del ragazzo il permesso di espiantare gli organi.
L’incidente e poi il coma
Il 20 dicembre 2018, Lorenzo è in sella al suo motorino e indossa il casco. Nulla però lo può proteggere dallo scontro, tra via Da Mosto, viale Cristoforo Colombo e via Pancaldo, a Verona, con un’auto. Lorenzo cade e sbatte violentemente la testa. Una volta in ospedale il quadro medico che si trovano ad affrontare i genitori è terribile: c’era un grave danno cerebrale e problemi respiratori. Lorenzo è in coma profondo e i medici non credono che si risveglierà. I dottori chiedono persino ai genitori di poter espiantare gli organi del 17enne, pronti per la donazione. Le cose però non vanno come i medici si erano aspettati.
Il racconto dei genitori di Lorenzo
Lorenzo stupisce tutti e si sveglia, parla e si muove. A L’Arena sono i genitori a raccontare quei momenti incredibili in cui loro figlio è tornato da loro. “Grazie a chi l’ha aiutato a riprendere tutto quello che aveva perso quella mattina“, hanno detto. Sono passati 5 mesi e ora Lorenzo è persino tornato a scuola. I genitori hanno voluto ringraziare chi ha combattuto “accanto a Lorenzo questa prova terribile, l’ha aiutato a riprendere tutto quello che aveva perso quella terribile mattina“.
Rettifica del Centro nazionale trapianti
L’ufficio comunicazione relazioni istituzionali del Centro nazionale Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità ha richiesto la seguente rettifica:
“C’è una enorme differenza tra il coma e la morte cerebrale: quest’ultima coincide con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. È solo in questo caso che è possibile la donazione degli organi. La legge italiana, tra le più garantiste al mondo, prevede che si possa eventualmente procedere solo dopo che è stato ultimato il periodo di osservazione (6 ore) e che della persona sia stata quindi certificata con assoluta certezza la morte cerebrale. In queste 6 ore, una commissione di specialisti valuta costantemente i parametri del paziente ed esegue in modo ripetuto una rigorosa serie di esami. Solo dopo che questi esami e test danno esito negativo e, quindi, viene accertata la morte della persona, si può richiedere ai familiari aventi diritto l’ok al prelievo di organi“.
“Nel caso del giovane paziente veronese citato nell’articolo, non c’è stato alcun accertamento di morte, nessuna richiesta di donazione alla famiglia da parte dei medici e quindi non si stava per procedere a nessun prelievo di organi”.
“La decisione di donare gli organi sarebbe stata assunta autonomamente dai genitori ‘se la situazione fosse precipitata’ invece, fortunatamente, Lorenzo è uscito dal coma”.
“Chi firma il consenso per la donazione degli organi deve sapere che il prelievo avviene solo in caso di morte, e che grazie a questo gesto di generosità ogni anno la Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale salva la vita di migliaia di persone ma mai, MAI, a danno del donatore“.