Vai al contenuto

Ivan Cottini, l’ex ballerino di Amici affetto da SLA: “Non mi definisco eroe”

Pubblicato: 18/05/2019 18:26

Fra una esibizione e l’altra dei semifinalisti di Amici, questa puntata speciale di Verissimo in onda nello studio del talent show lascia spazio anche per un momento molto toccante. Ivan Cottini, ex ballerino del programma affetto da sclerosi multipla, parla a cuore aperto a Silvia Toffanin della sua malattia e di come la stia affrontando.

Ivan Cottini entra in studio

L’ingresso in studio ad Amici dell’ex ballerino del talent Ivan Cottini, affetto da sclerosi multipla, ha portato ad un’intervista a cuore aperto. Il ragazzo racconta la sua storia, da quando ha scoperto di essere affetto da SLA al momento meraviglioso in cui è diventato padre. Ivan però mette le mani avanti e, prima di aprire il suo cuore, dichiara: “Non mi definisco eroe, mi ero solo rotto le b***e di fare il malato. Volevo tornare ad essere protagonista della mia vita e a fare le cose che mi fanno stare bene“.

Il dramma della malattia

Il racconto di Ivan Cottini parte da un momento preciso della sua vita, la mattina in cui si è svegliato e si è accorto che non era un giorno come gli altri: “Io mi sono addormentato invincibile e padrone del mondo e mi sono risvegliato fragile. Non ci vedevo da un occhio e avevo difficoltà a stare in piedi. Facevo una vita sregolata, dormivo poco e mangiavo male, pensavo fosse per quello. Ma poi mi sono allarmato. In ospedale ho reagito molto male, non ho avuto neanche tempo di metabolizzare. Il primo anno ero diventato pelle e ossa, ero seguito dallo psichiatra perché si pensava che potessi arrivare a fare anche qualcosa di brutto“.

La vera sfida è seguire mia figlia!

In ospedale Ivan ha conosciuto anche l’amore, Valentina, dalla quale ha avuto anche una bambina: “Ci siamo conosciuti e fidanzati in ospedale, la nostra prima cena in ospedale e la nostra prima volta a letto in ospedale. Era un ambiente che dovevo usarlo come se fosse stato casa mia. Poi volevo a tutti i costi diventare papà, così di punto in bianco e senza interpellare i medici sospesi tutti i farmaci. E così alla fine è arrivata Viola. Quando l’ho abbracciata la prima volta e l’ho sentita piangere, sono guarito dalla sclerosi. Non ho più paura di quello che potrebbe succedere il giorno dopo. La vera sfida quotidiana non è la sclerosi, ma stare dietro mia figlia: quello è davvero complicato!“.