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Bari, 70enne senza cibo, picchiato e derubato: arrestata la badante 37enne

Pubblicato: 22/05/2019 15:11

I carabinieri della stazione di Bari Picone hanno arrestato una badante italiana di 37 anni accusata di aver ridotto un 70enne in fin di vita e di averlo derubato sistematicamente per un totale di circa 140mila euro. Anziché accudirlo, lo avrebbe lasciato solo, senza cure e spesso senza cibo, arrivando a isolarlo completamente dalla famiglia. Ai sanitari del 118, intervenuti per una caduta in casa, avrebbe chiesto di non prestargli la dovuta assistenza.

Maltrattato, derubato e senza cure

Il 70enne finito nel vortice dei maltrattamenti, secondo gli inquirenti perpetrati dalla sua badante 37enne, avrebbe rischiato di morire. La situazione scoperta dai militari di Bari si è rivelata in tutta la sua drammaticità dopo una segnalazione del 118 ricevuta nel marzo scorso.

I sanitari sarebbero intervenuti per prestare soccorso all’uomo, vittima di una caduta in casa, ma la donna avrebbe opposto resistenza alla somministrazione delle cure necessarie. Per questo, i carabinieri hanno avviato le indagini fino a smascherare l’incredibile tessuto di orrori.

Aggredito verbalmente, picchiato, lasciato senza farmaci e cibo, isolato dalla famiglia e infine derubato della sua pensione per mesi. È questo il quadro delle atrocità subite dal 70enne, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti.

Il caso è stato affidato ai servizi sociali, e per l’uomo si sono aperte le porte di una struttura protetta dove ha rivelato il teatro di abusi in cui l’indagata lo avrebbe intrappolato.

In manette una 37enne barese

Le accuse a carico della badante 37enne sono gravissime: circonvenzione di incapace e abuso dello stato di infermità della vittima. Nel tempo avrebbe costruito una fortezza di minacce intorno al 70enne, tanto da indurre anche la famiglia ad allontanarsi progressivamente da lui.

Per la donna, che sarebbe già nota alle forze dell’ordine per alcuni precedenti penali, il gip del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I gravi fatti contestati si sarebbero protratti per circa due anni.