Vai al contenuto

Lugo, morti in corsia: Daniela Poggiali assolta da ogni accusa

Pubblicato: 23/05/2019 22:21

Una vicenda iniziata l’8 aprile 2014 con la morte di Rosa Calderoni, paziente di 78 anni ricoverata presso l’ospedale Umberto I di Lugo.

Accusata di averla avvelenata è l’infermeria 40enne Daniela Poggiali che fin dall’inizio si è professata innocente. Condannata all’ergastolo in primo grado, assolta dalla Corte d’Assise di Bologna per insussistenza dei fatti, tra le prove l’impossibilità da parte dei periti di confermare l’avvelenamento di potazssio come causa della morte. Oggi l’infermiera è stata assolta anche nel processo di appello bis.

Lugo: Daniela Poggiali assolta

Il processo di appello bis si era aperto lo scorso 10 aprile a seguito dell’annullamento della prima sentenza promulgata dalla Corte d’Assise di Bologna. Daniela Poggiali era accusata di aver ucciso con una iniezione letale di potassio la paziente 78enne ricoverata nell’ospedale in cui lei lavorava.

La donna era stata condannata all’ergastolo durante il processo di 1° grado, assolta in appello, il procuratore generale Luciana Cicerchia aveva chiesto la conferma della prima condanna.

Il processo di appello bis

Oggi la corte d’Assise d’Appello di Bologna ha assolto in via definitiva l’infermeria, la motivazione dietro la sentenza è che il fatto non sussiste. Daniela Poggiali è stata assolta sia dall’accusa di omicidio sia da quella di peculato, ovvero per l’appropriazione delle fiale di potassio usate per avvelenare la paziente.

Infine i giudici hanno deciso di valutare la posizione dei testimoni che si sono espressi contro la donna, pare che la valutazione sia in relazione ai reati di false dichiarazioni e calunnia, i nomi delle persone interessati non sono stati indicati.

Il commento di Daniela Poggiali

L’infermiera di Lugo ha riabbracciato i famigliari, serena e sorridente per l’assoluzione si è anche intrattenuta con i giornalisti. La donna, che si è sempre professata innocente, ha dichiarato “Per chi sa aspettare la verità viene fuori, sempre”. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro trenta giorni.