Una moda che arriva dall’ Oriente ma che ormai sta conquistando anche Europa e Stati Uniti. Cervi allevati per la “raccolta” dei palchi: una tortura pari all’amputazione di un arto. il motivo? Offrire bagni di sangue rigeneranti, realizzare cosmetici anti-età o viagra naturale.
Gli allevamenti dell’orrore
No, non è l’inizio di un film horror. Questa è una macabra verità. In Siberia, la regione più a nord della Russia, ogni anno si allevano migliaia e migliaia di cervi per l’esclusiva produzione di palchi. I cervi rossi sono una particolare specie autoctona. Alle loro corna, i palchi appunto, sono attribuite proprietà anti-invecchiamento ed afrodisiache.
Per questo motivo i cervi rossi sono allevati in grandissimi parchi. In particolari periodi dell’anno, quando i palchi sono maturi, gli esemplari maschi vengono separati dal branco, spinti in piccoli spazi dal quale non riescono più a uscire, legati e sollevati da terra. Una volta immobilizzati, gli allevatori armati di sega li privano dei palchi.
Queste sono corna molto particolari; crescono fino a 2,5 centimetri al giorno, sono innervate e rivestite da uno strato di pelle. In natura, prima del periodo degli amori, la pelle che le ricopre si secca e si sfalda così da lasciarne scoperta la struttura ossea.
Solo allora i cervi combatteranno con i palchi ormai insensibili anche se pericolosissimi per gli avversari.
Gli allevatori delle fattorie siberiane raccolgono i palchi prima che diventino ossuti. Il dolore che questi animali provano è pari all’amputazione di un arto operato con rozze seghe da falegname e senza nessun tipo di sedazione.
Pratiche barbare per pozioni di medicina tradizionale
L’utilizzo dei palchi di cervo per la preparazione di lozioni afrodisiache e trattamenti anti-età arriva dal passato. Rimedio nato in Asia, sta prendendo piede anche in Europa e negli USA.
In Russia i cervi non hanno mai avuto una vita facile ma in passato venivano cacciati e uccisi per la carne, le pelli e i palchi. Con l’avvento di queste fattorie invece i cervi rossi vengono allevati esclusivamente per la produzione di palchi. Esistono strutture specializzate nelle quali vengono offerti bagni di sangue rigeneranti alla stregua di trattamenti da Spa. Intorno a queste folli credenze si è creato un vero e proprio circuito di turisti ed estimatori, tra i quali – secondo alcuni media russi – spiccherebbe anche il nome del presidente Vladimir Putin.
La mobilitazione animalista
Gli allevatori raccolgono palchi che pesano tra i 5 e i 7 chili per ciascun animale, da ogni esemplare si possono ricavare palchi per 15/17 anni.
Sapendo che ogni palco vale circa 300 dollari al chilo è facile capire quanto questa mattanza sia remunerativa per chi la attua. Informare e sensibilizzare è il primo passo per fermarla, per quanto possa essere arduo. Nel 2015, il Siberian Times raccontava già di questa pratica brutale.
Irina Novozhilova, presidente del Russian Animal Protection Centre “Vita”, denuncia in particolare la mancanza di una legge a difesa dei diritti degli animali.
La militante animalista evidenzia come oltre alle appena citate pratiche, tutti gli esemplari “poco produttivi” vengano sistematicamente eliminati. In Russia esiste solo una legge che tutela gli animali ma viene usata quasi esclusivamente per gli animali domestici e solo in particolari casi nei quali sia provato il sadismo dell’azione. Ma fare qualcosa si può. In questo momento è attiva una raccolta firme proprio per tentare di fermare questa barbarie.