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Uomo con 3 figli si impicca dopo che lo Stato gli nega il sussidio

Pubblicato: 07/06/2019 12:37

Una storia triste quella che ha visto coinvolto il 48enne Kevin Dooley. L’uomo aveva ormai da diversi anni problemi di salute, legati a un mal funzionamento polmonare che gli impediva di lavorare. Lo Stato inglese, tramite il Department for Work and Pensions – (DWP) Dipartimento per il lavoro e la pensione) – gli offriva un sussidio in grado di compensare la mancanza di lavoro e permettergli una vita dignitosa.

Dal 18 luglio dello scorso anno, però, lo Stato ha deciso che Kevin non avesse più bisogno del sussidio e fosse pienamente in grado di tornare a lavorare.

Una situazione personale drammatica e ansiosa

Una scelta quanto mai ingiusta secondo la figlia Leanne che testimonia la sofferenza del padre a seguito dell’eliminazione del sussidio. Sofferenza che, secondo la famiglia della vittima, l’avrebbe portato al gesto estremo. Infatti, il 18 dicembre il signor Dooley si è impiccato nella sua casa di Leeds ed è morto tre giorni dopo in ospedale.

Kevin Dooley prima dell’insorgere della malattia lavorava come pittore e decoratore ed era padre di tre figli. La sua situazione personale era difficile e stava attraversando un brutto periodo a causa della morte della mamma nel 2012, del fratello nel 2015 e la fine di una relazione nel 2011.

Rigettato il ricorso

Il quadro, secondo quanto riporta il giornale Metro.co, descrive una situazione drammatica e ansiosa che è stata ulteriormente aggravata dalla perdita dell’unico sostentamento finanziario. Il problema principale, come riporta sempre la figlia Leanne, era l’aumento dei debiti.

Più volte la figlia aveva cercato di rassicurare il padre, come si legge sempre su Metro.co, dicendo che era impossibile che un uomo nelle sue condizioni fosse ritenuto idoneo al lavoro e che quindi gli sarebbe stata presto riconosciuta l’invalidità.

Sono stati tentativi inutili e vani a causa del rigetto della domanda di ricorso verso il diniego del sussidio.

Il messaggio alla figliaTi voglio bene

Alla testimonianza della figlia si aggiunge quella del medico di Kevin Dooley il dottor Carolyn Abbot della Garden Surgery di Leeds; il quale racconta di aver visitato il paziente l’11 dicembre, una settimana prima dell’increscioso episodio, e di aver notato uno stato di agitazione e panico causato dall’aumento inesorabile dei debiti.

Il giorno prima che il signor Dooley si impiccasse, il 17 dicembre, la figlia si era recata a trovarlo e racconta di “averlo trovato piangere e completamente sconvolto a causa dell’aumento dei debiti”. Il giorno dopo la figlia ha ricevuto un messaggio sul telefonino con scritto “ti voglio bene e subito ha compreso che qualcosa non andasse; mai però avrebbe pensato che il padre stesse cercando di uccidersi impiccandosi.

*immagine in alto: Kevin Dooley e la figlia Leanne. Fonte/Facebook Leanne Dooley (dimensioni modificate)