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Botte e scotch sulla bocca dei bimbi: titolare di un centro di ippoterapia a processo

Pubblicato: 11/06/2019 11:10

Il centro di ippoterapia di Piossasco (Torino) finito nel vortice di un’inchiesta della Procura, che ha portato alla sbarra il titolare Paolo Franchino, sarebbe stato un vero e proprio lager. Secondo la ricostruzione fatta durante il processo a carico dell’uomo, per cui il pm Fabiola D’Errico ha chiesto 6 anni di reclusione, i bimbi disabili in cura per un percorso di ippoterapia avrebbero vissuto un inferno di violenze. Insultati, picchiati con il frustino e zittiti con l’uso di scotch sulla bocca: è questo il gravissimo quadro di fatti contestati all’imputato, che attende la sentenza prevista per il prossimo 4 luglio.

Ippoterapia da incubo: bimbi disabili maltrattati

Il centro di ippoterapia di Monte San Giorgio, a Piossasco, è piombato al centro di una vicenda processuale che vede imputato il suo gestore, Paolo Franchino. A suo carico gravi accuse di maltrattamenti ai danni di bambini disabili, allievi della struttura in cui, secondo gli inquirenti, si sarebbero consumate continue violenze.

Si parla di insulti e percosse, addirittura con l’uso di un frustino per cavalli. Il pm Fabiola D’Errico, nel corso dell’udienza del 10 giugno scorso, ha chiesto una condanna a 6 anni di carcere per il titolare. L’uomo nega ogni addebito e ha sempre sostenuto di non essere responsabile dei reati contestati.

L’esito delle indagini

Sulla posizione dell’imputato, però, graverebbero pesanti indizi di colpevolezza che ricalcano la cornice di terribili fatti. Sarebbero diversi, infatti, i racconti che hanno spinto la Procura a intervenire sul caso, sfociato in un processo che arriverà a sentenza il prossimo 4 luglio.

Le vittime avrebbero subito maltrattamenti tra il 2012 e il 2016, e sono assistite dagli avvocati Marcello Ronfani e Concetta Cagia. Tra le punizioni inflitte all’interno del centro spicca quella che avrebbe visto i piccoli costretti al silenzio con lo scotch sulla bocca.

Ma non è tutto: agli atti del processo anche la ricostruzione di episodi in cui i minori sarebbero stati legati alle sedie e chiusi a chiave in una stanza. Un bambino affetto da grave disabilità, inoltre, sarebbe stato picchiato e gettato dalla macchina per poi essere abbandonato sul ciglio della strada.

A questo evento avrebbero assistito alcuni automobilisti, la cui insistenza avrebbe costretto il titolare del centro a tornare indietro per prenderlo. Secondo l’accusa un altro minore, di soli 4 anni, si sarebbe perso in un’area boschiva senza che l’imputato desse l’allarme. A ritrovarlo sarebbero stati i carabinieri, dopo ore di ricerche.

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2019 12:39