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Encefalite acuta tra i bambini: oltre 100 morti, sotto accusa un frutto

Pubblicato: 19/06/2019 11:34

Sarebbero oltre 100 i bambini morti per encefalite acuta nel Bihar, stato settentrionale dell’India. Lo rivelano fonti sanitarie locali, secondo cui potrebbe esserci una causa comune in grado di scatenare un’epidemia. Sotto accusa il frutto litchi, che conterrebbe una sostanza tossica capace di effetti devastanti. La malattia ha una prognosi infausta per circa un terzo dei pazienti, ma c’è qualcosa da sapere per evitare allarmismi infondati.

Epidemia di encefalite acuta

Una vera e propria epidemia di encefalite sta tenendo sotto scacco le regioni settentrionali dell’India, con maggior concentrazione nello stato del Bihar.

Lo rivela The Guardian, sulla base di quanto riferito da fonti sanitarie locali che ricondurrebbero l’esordio del fenomeno al consumo di un frutto, il litchi.

Nel giro di un mese, sarebbero oltre 100 i decessi di minori registrati in due dei centri ospedalieri più grandi della zona del Muzaffarpur, dove insiste una notevole presenza di frutteti in cui spicca l’alimento sotto accusa.

Ashok Kumar Singh, funzionario della sanità, ha riferito che tutti i bambini morti avrebbero manifestato sintomi riconducibili a encefalite acuta, e ogni quadro clinico evidenzierebbe il repentino calo dei valori di glucosio nel sangue. Un terzo dei pazienti affetti da questo tipo di encefalopatia ipoglicemica non sopravvive.

Litchi: il frutto sul banco degli imputati, ma solo se acerbo

frutto litchi
Il litchi, frutto noto come ‘ciliegia della Cina’ il cui aspetto ricorda il corbezzolo

La maggiore incidenza dell’encefalite nell’area si registrerebbe in estate, in concomitanza con la raccolta del litchi. Il record di casi più recente si è avuto nel 2014, quando morirono 150 persone.

Sul banco degli imputati è finito proprio il frutto, secondo alcuni esperti responsabile di una severa intossicazione che può avere un decorso letale. Ad alimentare i sospetti c’è anche la situazione di regioni come Bangladesh e Vietnam, dove alla presenza di frutteti di litchi si accompagnerebbe la diffusione massiccia di patologie neurologiche.

Il legame non è scientificamente confermato, ma i presupposti per un’indagine approfondita ci sono tutti. Il litchi (Litchi chinensis), noto anche come nefelio o ciliegia della Cina, appartiene a una famiglia di piante la cui coltivazione ricade prevalentemente in aree tropicali e subtropicali.

Il frutto ha un sapore molto dolce una volta raggiunta la completa maturazione (fase in cui non provocherebbe alcun danno all’organismo), ma allo stato acerbo conterrebbe elevate quantità di metilenciclopropilalanina (composto tossico noto anche come ipoglicina A). Un consumo eccessivo di frutti acerbi, dunque, causerebbe una interferenza pericolosa a carico del metabolismo degli zuccheri.

Si tratta di una situazione che espone la popolazione dei Paesi d’origine al rischio di contrarre malattie come l’encefalite. La povertà e la carenza di cibo fanno il resto, spingendo le persone affamate a nutrirsi del frutto anche quando non è maturo.

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2019 11:42