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Sebastiano Somma in ‘Diversamente Normali’, fotoromanzo con attori disabili

Pubblicato: 19/06/2019 20:38

Progetto di straordinario respiro per Sebastiano Somma, che torna al fotoromanzo con Diversamene Normali, realizzato con attori affetti da disabilità mentale e pronto ad allietare i lettori di Grand Hotel. L’artista collabora da tempo con una interessante ed effervescente realtà, il ‘Teatro Patologico’ di Roma, culla di grandi avventure artistiche tra spettacolo e inclusione.

Diversamente Normali: la grande avventura

È una grandiosa avventura quella di Sebastiano Somma, che torna alla galassia del fotoromanzo (da cui la sua carriera è salpata) con un progetto che promette tantissime emozioni.

Si chiama Diversamente Normali ed è nato dal lavoro strepitoso dei ragazzi del ‘Teatro Patologico’ di Roma, scuola che è fucina di talenti della recitazione affetti da malattie mentali.

Il ‘diverso’ smette di esistere, si fa evanescente, e i pregiudizi si disintegrano davanti alla grandiosa storia portata avanti dalla realtà fondata da Dario D’Ambrosi. È una sfida già vinta e che arricchisce l’anima, pronta a sbarcare sulla rivista di Orio Buffo.

Il racconto dell’attore

Sebastiano Somma ha rivelato a Grand Hotel la sua gratitudine per aver avuto una nuova possibilità nel settore che gli è sempre stato caro. I fotoromanzi fanno parte della sua identità artistica, e ha unito il suo impegno professionale a quello umano nel percorso in compagnia dei tanti giovani del ‘Teatro Patologico’.

Tutto è incominciato con un incontro fortuito con Orio Buffo. Gli ho raccontato del Teatro Patologico e poi quasi per sfida gli ho chiesto: ‘E allora, quando facciamo un fotoromanzo coi ragazzi?’ ‘Subito’ mi ha risposto lui. E non scherzava“.

Diversamente Normali parla di storie e amori visti e divorati con occhi nuovi, vissuti in un luogo del cuore dove gli ostacoli non esistono e tutto si fa sempre più liquido, raggiungibile, possibile.

È un viaggio alla scoperta di una verità in cui non ci sono limiti e si demoliscono cliché, dove l’emarginazione è uno spettro chiuso per sempre in una dimensione lontana.

L’attore ha ricalcato alcuni aspetti dominanti di quella che è l’architettura del progetto: “È utile, per non dire indispensabile da molti punti di vista: come attività didattica, come momento di socializzazione, come strumento di affermazione personale, come canalizzazione di energie che possono essere anche violente o autodistruttive“.