Vai al contenuto

Modena, uccisa nel 2018: dopo oltre un anno, il corpo è ancora in obitorio

Pubblicato: 25/06/2019 16:21

Arietta Mata aveva 24 anni ed era di origine ungherese. Lo scorso anno, nel gennaio 2018, era stata trovata morta su dei binari ferroviari in provincia di Modena. Il suo corpo, a distanza di un anno e mezzo, giace ancora all’obitorio in attesa di una degna sepoltura.

La storia di Arietta

Era una giovane prostituta, Arietta Mata, che viveva nel comune di Castelfranco Emilia, provincia di Modena, ma era originaria dell’Ungheria. Come tante ragazze dell’Est Europa, era arrivata in Italia per provare ad avere una vita più dignitosa. E, come molte giovani donne, era sfruttata e costretta a lavorare sulla via Emilia, come si legge su Il Resto del Carlino Modena. Il 25 gennaio 2018 il suo corpo era stato ritrovato senza vita sui binari della ferrovia tra Gaggio e Castelfranco. Durante la notte tra il 24 e il 25 gennaio, un cliente l’aveva fatta salire in macchina e aveva provato a rapinarla, ma Arietta si era opposta con tutte le sue forze.

Al rifiuto della ragazza di consegnargli il denaro, il cliente, un 50enne di origini sarde, l’ha uccisa strangolandola. Pasquale Concas, un assassino seriale, arrestato in seguito alle indagini e attualmente indagato anche per un altro omicidio, ha tentato di camuffare l’assassino. Ha lasciato il corpo della 24enne sui binari con l’intento di simulare un incidente ferroviario.

Il suo corpo ancora all’obitorio

È passato un anno e mezzo dall’assassinio della giovane ungherese, il killer si trova in carcere ma il corpo martoriato di Arietta giace ancora all’obitorio. La famiglia, che vive in un villaggio rurale dell’Ungheria, contattata dal Consolato ha dichiarato di non avere le risorse economiche per far rientrare la salma nel Paese e organizzare il funerale. Per questo il Comune di Castelfranco, con il sindaco Giovanni Gargano eletto pochi giorni fa, insieme al presidio locale di Libera e all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ha organizzato un colletta. Dare una degna sepoltura a un essere umano, ucciso con crudeltà, e combattere i pregiudizi sulle vittime di tratta, questi sono gli scopi della raccolta fondi.

Sul quotidiano dell’Emilia si possono leggere anche le parole di Irene Ciambezi, giornalista e operatrice dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: “Arietta era arrivata da alcuni anni in Italia come tante altre ragazze dell’est con l’illusione di potersi costruire una vita migliore. A Modena si è trovata prostituta in strada, sulla via Emilia nella periferia di Castelfranco, attraversata ogni notte da centinaia di persone, tra cui uomini che considerano le donne che vedono sul ciglio della strada corpi da comprare, o da derubare“. L’operatrice ha continuato dicendo: “Arietta era stata contattata solo poche volte dall’unità di strada dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, finalizzata all’emersione dello sfruttamento della prostituzione e alla proposta di percorsi di recupero e integrazione per le donne vittime di tratta e sfruttamento“. Ma il ricordo della ragazza è rimasto “indelebile“, ha spiegato la Ciambezi: “Come quello delle sue connazionali che dopo la sua morte, incontrate dagli operatori dell’Associazione di don Benzi in quel tratto di strada nei pressi di Ponte Sant’Ambrogio, hanno pianto a lungo la sua morte“.

Infine, la giornalista ha concluso con un ringraziamento: “Un forte ringraziamento alle istituzioni per non aver dimenticato Arietta e perché non restasse, come tante altre donne uccise negli anni nel contesto prostitutivo, tra le fila degli invisibili delle nostre città“.

Immagine in evidenza: I binari sui quali è stata ritrovata senza vita Arietta Mata. Fonte: Ansa