La Strage della stazione di Bologna, avvenuta ormai 39 anni fa il 2 agosto 1980, provocò 85 morti e oltre 200 feriti e solo ora vengono a galla la conferma sulla composizione dell’esplosivo, l’eventualità di un’esplosione accidentale e il ritrovamento di quello che potrebbe essere l’interruttore.
Una nuova perizia
Oggi è stata consegnata al presidente della Corte d’Assise di Bologna, una nuova perizia che dimostrebbe che quel giorno ad esplodere sono stati 11 chilogrammi di esplosivo composto da T4 e tritolo con residui di gelatina e un interruttore di sicurezza per il trasporto della valigia contenente l’ordigno. Questo sarebbe un interruttore elettrico di tipo “on-off”, sul quale ci sarebbe l’”impronta” dell’esplosivo, spiega AdnKronos.
“La sua deformità lo fa ritenere molto vicino all’esplosione” e, stando a quanto scritto dai periti in una sala d’attesa di una stazione ferroviaria “secondo chi scrive non aveva ragione di esserci“, riporta Rai News.
In conclusione alla perizia: “Si ritiene che, se c’era un dispositivo tra la sorgente di alimentazione e l’innesco, questo poteva essere un timer meccanico. Non si esclude però, in via ipotetica, che l’interruttore di trasporto fosse difettoso o danneggiato tanto da determinare un’esplosione prematura-accidentale dell’ordigno“.
Il parere degli avvocati
Gli avvocati di parte civile hanno commentato così la notizia: “E’ una conferma di quanto dichiarato dai pentiti, come Sergio Calore e Paolo Aleandri“, dice Andrea Speranzoni, che assiste i familiari delle vittime, e riporta Rai News.