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Monza: va in ospedale per un dolore all’inguine, scopre di avere un tumore rarissimo

Pubblicato: 28/06/2019 13:46

È andato al Pronto soccorso per un dolore all’inguine, ma quello che credeva un banale disturbo si è rivelato di gravissimo tenore. È accaduto a un uomo di 75 anni che, per puro caso, ha scoperto di avere un raro tumore che dal rene si era esteso al cuore. Una condizione che lo avrebbe portato alla morte senza l’intervento dei medici dell’ospedale San Gerardo di Monza.

Scopre di avere un tumore raro

Ha 75 anni il paziente finito al Pronto soccorso per un dolore all’inguine e ritrovatosi con una diagnosi sconcertante: i medici del San Gerardo di Monza hanno scoperto la presenza di una massa tumorale estesa dal rene al cuore.

Un caso clinico raro, che ha richiesto un approccio multidisciplinare per ottenere un risultato di successo in sala operatoria. L’uomo credeva che i suo fosse il sintomo di un banale disturbo, ma la realtà ha superato ogni immaginazione. Sottoposto a un complesso e delicato intervento, è stato salvato dall’équipe del nosocomio composta da cardiochirurghi e urologi.

La diagnosi choc

Gli accertamenti condotti sul 75enne – la cui necessità è stata immediatamente chiara fin dal primo accesso al Pronto soccorso – hanno fatto emergere un drammatico scenario.

La diagnosi è stata tempestiva e ha evidenziato la presenza di un tumore al rene sinistro che l’uomo ignorava di avere. La massa presentava un’estensione fino all’atrio destro del cuore, con una metastasi diffusa attraverso la vena cava inferiore.

Identificato il problema, l’uomo è stato ricoverato in Urologia per essere poi operato con successo. A spingere verso la decisione di un intervento d’urgenza è stata la rapida progressione del tumore in sede cardiaca.

L’intervento chirurgico a Monza

Il paziente è stato operato da un’équipe composta da diversi specialisti, tra cui urologi e cardiochirurghi. A coordinare l’intervento i professori Giovanni Paolini (direttore di Cardiochirurgia) e Marco Grasso (direttore di Urologia).

In seguito a una valutazione multidisciplinare del caso, che ha richiesto il lavoro sinergico in accordo con oncologi e anestesisti, si è deciso di intervenire in due fasi (per una durata complessiva di oltre 7 ore). Il primo step dell’operazione si è concluso con l’asportazione del rene e della massa tumorale annessa.

Nella fase successiva si è provveduto ad avviare la circolazione extracorporea per garantire la perfusione del cervello. L’arresto della circolazione sistemica ha consentito la contestuale rimozione del tumore sviluppatosi all’interno della vena cava inferiore.

Il paziente è stato dimesso 15 giorni dopo l’intervento, le sue condizioni sarebbero buone e a breve si sottoporrà a una innovativa terapia antitumorale.

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2019 13:49