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Eredita 13 milioni da un barbone ma viene accusato di raggiro: arrestato medico

Pubblicato: 29/06/2019 20:34

Un medico 61enne di Belluno aveva ereditato un patrimonio da 13 milioni di euro da un barbone-milionario nel 2013. Dopo una lunga vicenda giudiziaria era stato condannato per circonvenzione di incapace e, pochi mesi fa, è fuggito all’estero, rendendosi latitante. Ieri questa complessa storia sembra essere terminata: l’uomo è stato arrestato all’aeroporto di Fiumicino.

La storia

Tutta la storia potrebbe apparire come un evento fortunato per il medico di Belluno Maurizio Guglielmo. In realtà il bellunese è stato condannato per circonvenzione di incapace. Nel settembre del 2013, a 77 anni, è morto Guido Ricci un clochard milionario che aveva lasciato tutta la sua eredità al medico. Una grossa fortuna stimata in 13 milioni di euro per la quale Guglielmo risultava essere l’unico erede universale. La somma che comprendeva titoli in banca, contanti e immobili nelle città di Belluno e Venezia e in quella messicana di Acapulco, come riporta il quotidiano La Nuova di Venezia e Mestre.

La vicenda è molto complessa in quanto il caso era già esploso nel dicembre del 2011: la polizia giudiziaria si presentò a casa e all’ufficio del medico per un perquisizione, sequestrando computer e documenti. Tutto era iniziato dalla denuncia di un istituto di credito nel bellunese che aveva esposto i propri sospetti alla questura. Da qualche tempo i movimenti dell’anziano, infatti, apparivano alla banca insoliti e venivano effettuati sempre alla presenza di Guglielmo, psicoterapeuta del Pronto Soccorso di Feltre. I risultati del materiale sequestrato evidenziarono elementi sufficienti per mettere agli arresti domiciliari, nel 2012, il medico. Sopratutto un documento fu di grande aiuto per gli inquirenti, da questo si evincevano i metodi usati per circuire Ricci. Insieme a questo furono reperiti anche alcuni testamenti olografi. Guglielmo aveva pianificato tutto attentamente e in modo accurato.

Le vicende giudiziarie

Così anche l’anziano ereditiere, che viveva come un barbone, affrontò l’incidente probatorio, durante il quale raccontò anche come era arrivato a nominare il medico suo procuratore davanti a un notaio. Questi sottopose Ricci a una visita psichiatrica che lo dichiarò perfettamente capace di intendere e volere. L’anno dopo, nel 2013, il milionario morì e nell’aprile 2014 Guglielmo fu rinviato a giudizio. Il processo ebbe inizio a fine ottobre dello stesso anno e durante le oltre 10 udienze tenutesi fino al 2016, l’imputato si presentò solo una volta. Per tutte le altre presentò certificati medici sperando di allungare i tempi per legittimo impedimento.

Nel maggio del 2016 il pm Roberta Gallega ha chiesto la condanna a 5 anni e 6 mesi per Maurizio Guglielmo. Alla fine di giugno, dopo altri tentativi di allungare i tempi, l’avvocato del medico ha discusso in aula l’innocenza del proprio assistito e la responsabilità delle banche. Nel settembre dello stesso anno il giudice Elisabetta Scolozzi ha pronunciato la sentenza a carico dello psicoterapeuta: dichiarato colpevole è stato condannato a 5 anni e 4 mesi, più 1200 euro di multa. Non solo, la pena prevedeva l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento immediato del danno morale subito dai due lontani eredi, di 25 mila euro ciascuno. Questo indennizzo era stato deciso in attesa dell’esecutività della sentenza, poiché il giudice aveva disposto che nel momento in cui l’eredità fosse stata dissequestrata l’avrebbero ricevuta i due lontani parenti, Daulo Foscolo di Venezia e Antonio Fanna di Treviso. 

L’arresto del medico

Guglielmo non si è mai sottoposto ai 5 anni di carcere ai quali era stato condannato. L’epilogo della storia è stata la conferma della condanna in terzo e ultimo grado di giudizio da parte della Corte di Cassazione decisa a fine marzo del 2019. Il provvedimento è stato emesso all’inizio dell’aprile scorso e da allora il 61enne è scomparso. Il personale del nucleo investigativo di Belluno, diretto dal maggiore Marco Stabile, ha aperto un’indagine e ha scoperto che l’uomo stava trascorrendo la sua latitanza in Belize, stato dell’America centrale nel quale non esistono accordi per l’estradizione. Ciò è stato possibile grazie al sequestro di tutti gli apparati informatici con i quali due persone tenevano i contatti con Guglielmo per aggiornarlo sulle condizioni della madre 90enne rimasta a Belluno. Privato del contatto con i due complici, che gli fornivano anche denaro, e subendo la pressione investigativa, l’uomo, probabilmente, si sarebbe sentito costretto a tornare in Italia. Quale che sia stato il vero motivo del suo ritorno, all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino il medico ha trovato i carabinieri ad attenderlo che l’hanno immediatamente arrestato.

Immagine in evidenza: Arresto di Maurizio Guglielmo all’aeroporto di Roma Fiumicino. Fonte: Carabinieri di Belluno