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Venezia: bimba di 3 anni dimenticata per ore sullo scuolabus

Pubblicato: 29/06/2019 22:04

Ore di paura per una bimba di soli tre anni e per i suoi genitori. Lo scorso giovedì è rimasta ore chiusa dentro lo scuolabus parcheggiato sotto il sole cocente perché sia l’autista sia l’accompagnatore non si erano accorti che si trovava ancora lì. È accaduto a Scorzé, piccolo comune in provincia di Venezia. A riportare la notizia i quotidiani La Nuova di Venezia e Mestre; la piccola è stata ritrovata in lacrime e spaventata, ma fortunatamente non ha riportato ferite.

Secondo una prima ricostruzione la bimba si era addormentata e per questo autista e accompagnatore non si erano accorti della sua presenza; ora si trovano sotto indagine.

Bimba di 3 anni dimenticata su uno scuolabus

La piccola stava tornando a casa dall’asilo come d’abitudine a bordo del mezzo. Era lo scorso giovedì 27 giugno, una delle giornate più calde dell’estate, come sempre ad aspettarla alla fermata c’era il papà. La piccola sarebbe dovuta arrivare alle 12.50 ma lo scuolabus non è mai arrivato. L’uomo allarmato ha immediatamente allertato i carabinieri e la scuola che, a sua volta, lo ha messo in contatto con il comune.

Insieme hanno rintracciato il percorso del mezzo e sono arrivati al deposito dove hanno trovato il mezzo parcheggiato con la bimba ancora dentro, in lacrime e spaventata. “Piangeva e le abbiamo dato dell’acqua”, hanno raccontato i genitori.

Ore di paura

Secondo quanto ricostruito fino ad ora, quanto accaduto pare essere stato il frutto di una pericolosa svista. Né l’autista del mezzo né l’accompagnatore si erano accorti della presenza della bimba. La piccola deve essersi addormentata e questo spiegherebbe perché non si siano accorti della sua presenza a bordo. Inoltre sia l’autista sia l’accompagnatore sostituivano le figure abituali e quindi avevano poca familiarità col percorso abituale e con i piccoli.

I genitori però pretendono chiarezza, il sindaco di Scorzé, Nais Marcon ha scritto una lettera di diffida alla Bonaventura Express, l’azienda che si occupa di offrire il servizio. L’azienda dal canto suo si difende, addossando la colpa all’accompagnatore dei bambini.

Un senso di amarezza

Quello che più ha lasciato di stucco la mamma della piccola, oltre l’accaduto, è stato l’atteggiamento e dell’autista e della ditta in generale; nessuno pare essersi scusato.Mi è spiaciuto perché nessuno, tra autista e sorvegliante, si è scusato per quanto accaduto: adesso ognuno si prenderà le sue responsabilità e pagherà le conseguenze. Le mamme si fidano di queste persone e, alla fine, si scopre come non sappiano fare il loro lavoro“.