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Omicidio Vannini, parla Antonio Ciontoli: “Sono moralmente indifendibile”

Pubblicato: 30/06/2019 23:35

Sono qui per pagare per gli errori che ho fatto” dice Antonio Ciontoli, definendosi “moralmente indifendibileper quanto accaduto a Marco Vannini in quella drammatica notte del 17 maggio 2015. Una puntata, quella di Storie Maledette, andata in onda nella prima parte il 30 giugno, che ha fatto molto discutere.

Franca Leosini, elegante e posata, ricostruisce l’accaduto con toni calmi ma decisi. Un ambiente semplice; la Leosini con il suo solito e fedelissimo quaderno ricco di appunti dettagliati e una matita, seduta ad un tavolo faccia a faccia con Antonio Ciontoli, condannato a 5 anni di reclusione per omicidio colposo per la morte di Marco Vannini.

La tensione è palpabile, ma lo scopo della conduttrice è uno e lo spiega in poche semplici parole, fare chiarezza su quella che è “una ferita inaccettabile” nel cuore di tutti.

Antonio Ciontoli a Storie maledette

La puntata, intitolata Quel colpo che arriva al cuore, è divisa in due parti, nelle quali sono ripercorsi i tragici momenti che hanno visto la morte del giovane Marco il 17 maggio 2015. Minuto per minuto viene srotolato quanto accaduto, come una matassa di lana inestricabile della quale non si riesce a vedere né l’inizio ne la fine.

Franca Leosini fa chiarezza sui presenti nella villetta dei Ciontoli di Ladispoli, descrivendola come una classica domenica passata in famiglia: padre, madre, i due figli e i rispettivi fidanzati.

Per Antonio Marco è come un figlio, dice, tra loro c’era un rapporto molto unito, intimo. Marco, racconta Antonio, era incuriosito dal mondo militare e questo li aveva avvicinati molto: “Marco voleva fare il pilota, s’immedesimava molto in questa vita”.

Antonio Ciontoli ospite del programma Storie Maledette

Lo sparo e il buco nel braccio

Ciontoli ricorda ogni dettaglio e lo ripercorre insieme alla sua padrona di casa; ricorda che quel giorno aveva deciso di pulire le pistole possedute regolarmente, quando, distratto dalla moglie che lo ha richiamato in giardino ha deciso di lasciarle nella scarpiera del bagno. Lo stesso bagno in cui, poche ore dopo, Marco Vannini è rimasto ferito da un colpo d’arma da fuoco sparato proprio da una delle due pistole rimaste lì.

Ciontoli racconta di come tutto sia accaduto senza che lui si rendesse conto di nulla. Era convinto, dice lui, che le pistole fossero scariche, e che la ferita di Marco fosse solo superficiale. “È stato un movimento unico che è durato meno di un secondo, ho caricato e premuto istintivamente il grilletto per fargli vedere come funzionava“.

Nei primi secondi mi si è cancellato il cervello e non ho capito nulla” racconta Antonio Ciontoli “Sono rimasto gelato e poi ho visto che all’altezza della spalla di Marco c’era un buchino dove usciva un po’ di sangue”. Sempre parlando dell’accaduto ha anche ricordato di aver immediatamente toccato la ferita e si era reso conto che si trattava del foro d’entrata del proiettile.

Franca Leosini

Una serie di errori imperdonabili

Antonio Ciontoli si mostra estremamente provato e a tratti emotivo. Gli occhi lucidi e tanti mea culpa: “Io non passo momento della giornata a non pentirmi di quanto dolore ho provocato a tutti dice, riferendosi a tutta la dinamica seguita al colpo di pistola; la prima chiamata al 118 annullata, il non riferire esattamente quanto accaduto e tutti quei minuti persi che sarebbero stati fondamentali per salvare la vita di Marco. “Quella maledetta sera ho fatto una serie di grossi errori”, che lo stesso Ciontoli definisce dovuti alla sua convinzione radicata di poter risolvere la situazione “mancando di umiltà”.

Minuti preziosi, omissioni e versioni distorte di quanto accaduto dichiarate ai soccorritori, le urla di Marco che diceva “Basta, ti prego” e poi “Ti prego scusa”; parole pronunciate quasi in punto di morte che, alla richiesta di chiarezza da parte della Leosini, sono state spiegate in modo blando.

Ciontoli crolla, con gli occhi arrossati dalle lacrime ammette le sue colpe: “Mi vergono, non riesco a perdonarmi per quello che ho fatto” dice, “Sto aspettando di pagare anche penalmente, anche se l’ergastolo me lo sono dato da solo come l’ho dato a quelli che amavano Marco”.

La seconda parte della puntata di Storie Maledette dedicata al caso Vannini andrà in onda il prossimo 2 luglio.