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Militare accusato di abusi sulla figlia di 9 anni: in auto trovate mutandine da bambina

Pubblicato: 11/07/2019 10:30

Un militare dell’Esercito è stato arrestato a Roma, con l’accusa di aver abusato della figlia di 9 anni. La misura restrittiva è scattata al culmine delle indagini condotte in seguito ai racconti della minore, che oggi ha 14 anni e che avrebbe affidato terribili rivelazioni a una suora della casa famiglia in cui si trova da tempo. L’uomo, maresciallo 38enne e padre di 3 figli, rigetta ogni addebito ma ci sarebbero alcuni elementi chiave capaci di inchiodarlo alla cornice di gravi responsabilità.

Militare dell’Esercito arrestato

Secondo i giudici del Riesame, che hanno rigettato l’istanza di scarcerazione per un maresciallo 38enne dell’Esercito, ci sarebbero pesantissimi indizi che sosterrebbero un robusto quadro accusatorio a suo carico. L’uomo è accusato di aver abusato della figlia in diverse occasioni, e l’esordio delle violenze sarebbe avvenuto quando aveva 9 anni.

Le dichiarazioni rese dalla minore lo inchioderebbero al perimetro dell’aguzzino. La bambina e i suoi due fratelli erano stati allontanati dal padre e dalla madre, entrambi arruolati, perché trascurati e costretti ad assistere a liti continue in corso di separazione.

Ma un’altra sfumatura, ancora più scabrosa, sarebbe emersa nel corso dei colloqui tra la figlia, oggi 14enne, e una suora che opera nella casa famiglia in cui si trova da tempo. Secondo il suo racconto, il padre avrebbe tentato approcci di natura sessuale anche in caserma.

La versione del maresciallo

Il maresciallo – sospeso dall’Esercito insieme alla moglie – è finito a processo e continua a professare la sua innocenza, sostenendo che quanto contestatogli sarebbe il frutto delle fantasie di sua figlia.

Ritorsioni perché la sgridavo“, avrebbe detto in aula l’imputato, versione in piena antitesi con quanto sostenuto dal team di psicoterapeuti che hanno seguito la minore nel suo percorso all’interno della struttura protetta.

Gli operatori, all’epoca ancora ignari del tessuto di orrori che la minore avrebbe poi denunciato, inizialmente avrebbero cercato di spronarla a un riavvicinamento, scontrandosi con la posizione avversa della bimba. Stando a quanto emerso, la bambina avrebbe manifestato una chiara resistenza a ripristinare i contatti con il padre, esprimendo il malessere anche attraverso dei disegni.

Il ritrovamento nell’auto

Per l’accusa, la posizione dell’uomo avrebbe ‘piedi d’argilla’ anche alla luce di quanto emerso dai rilievi condotti dagli inquirenti all’interno della sua auto. Nel motivare il rigetto della richiesta di scarcerazione, i giudici del Riesame avrebbero elencato quanto repertato in sede di perquisizione del veicolo.

Nella macchina del militare sarebbero stati trovati elementi significativi: un paio di mutandine da bambina dentro una busta sigillata e due dvd. Uno di questi conterrebbe materiale pedopornografico (un cartone animato intitolato ‘Il parco delle sevizie’), l’altro sarebbe un video dal titolo inequivocabile: ‘Violenza paterna’. Per i giudici, detto ritrovamento proverebbe un rilevante sfondo di “devianza dell’indagato“.

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Ultimo Aggiornamento: 11/07/2019 23:02

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