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Lago di Garda, batteri fecali in acqua: l’allarmante report di Legambiente

Pubblicato: 16/07/2019 18:43

La Goletta dei Laghi di Legambiente ha analizzato lo stato di contaminazione microbiologica (in primis, da batteri fecali) e da microplastiche delle acque del Lago di Garda, in particolare di quelle situate sulle sponde lombarde. Dalle analisi, 2 punti su 5 analizzati sono risultati “fortemente inquinati in particolare quelli nei pressi di Padenghe sul Garda e di Desenzano del Garda, in provincia di Brescia.

I punti inquinati nel Lago di Garda

L’incipit del report di Legambiente che con la sua Goletta Verde monitora lo stato di salute delle acque italiane, dai laghi ai mari, non è rassicurante rispetto alle condizioni delle acque del Lago di Garda. Infatti, il report inizia con questa frase: “Su cinque punti monitorati, due sono risultati fortemente inquinati“. Legambiente ha monitorato le acque del lago afferenti a 5 comuni in provincia di Brescia.

Le analisi della Goletta dei Laghi hanno analizzato le foci dei fumi, dei torrenti, gli scarichi e i piccoli canali, attraverso i quali accade che la contaminazione da batteri fecali (Escherichia coli ed Enterococchi, principalmente) “dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nel lago“. Legambiente ha dovuto rilevare che 2 dei 5 punti oggetto di analisi sulla sponda del Lago di Garda in provincia di Brescia sono risultati fortemente inquinati: quello nei pressi della foce del torrente del porto di Padenghe sul Garda, poi gli scarichi nei pressi della Spiaggia d’Oro a Desenzano del Garda, in particolare nel canale sullo scarico a sud della Lega Navale.

Ecosistema lacustre a rischio

L’inquinamento da batteri fecali rilevato nei punti esaminati da Legambiente sul Lago di Garda compromette la salute dell’ecosistema mettendo a rischio la vita di flora e fauna. Legambiente per il Garda ha commentato severamente i risultati auspicando un intervento delle istituzioni: “Dopo tutti questi anni e, nonostante varie segnalazioni, che non si sia ancora provveduto a sistemare una situazione che ormai sembra cronicizzata, ci pare imbarazzante. Chiediamo agli enti competenti e ai Comuni interessati di spiegare quali siano le motivazioni del mancato intervento del risanamento delle acque. Fortunatamente le analisi effettuate a Salò ci rimandano una situazione positiva che persiste da qualche anno. È indubbio infine, che devono essere tolti tutti gli scarichi a lago, sfioratori compresi, per salvaguardare l’intero ecosistema lacustre”.

Anche per quanto riguarda l’inquinamento da microplastiche sono da rilevare conseguenze negative per l’uomo e per gli animali, oltre che per l’intero ecosistema dei laghi. Nel 2018, era stata rilevata una densità media di 36mila particelle per chilometro quadrato. Quest’anno, su questa tipologia di inquinamento, Legambiente ha condotto un monitoraggio più globale con la collaborazione del CONOU (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati) e l’azienda chimica Novamont.