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Sardegna, morta la tartaruga marina salvata da un bambino

Pubblicato: 26/07/2019 16:06

La tartaruga marina salvata da un bambino, che l’aveva vista in difficoltà sul litorale di Muravera, è morta nonostante le cure e l’intervento chirurgico. La colpa sarebbe della troppa plastica ingerita. 

Infezione dovuta alla plastica la causa della morte

Una tartaruga, della specie “Caretta caretta“, era stata tratta in salvo dopo la segnalazione di un bambino, Gabriele, sulla costa sud orientale della Sardegna, a Muravera. Nella foto diffusa dalla Guardia Forestale, questo viene ripreso accanto all’animale, più grande di lui, avvolta nella plastica. L’esemplare però, non è riuscito a superare il delicato intervento chirurgico a cui è stata sottoposta nella clinica veterinaria Due Mari. Infatti, veterinari e biologi del CReS le hanno tolto un amo conficcato nella bocca ma hanno affermato come l’animale abbia avuto una crisi dovuta ad una occlusione intestinale, generata da un groviglio di lenza e plastica. L’infezione ne ha causato la morte prima che si potesse nuovamente intervenire chirurgicamente. Per la creatura, chiamata Gabriele come il suo soccorritore, non c’è stato niente da fare. 

Tartarughe sempre più a rischio

Sicuramente, quello che è accaduto in Sardegna non è un fatto isolato. Gli uomini del Corpo forestale, a tal proposito, dicono: “Il triste epilogo dimostra il livello di contaminazione e i danni che la plastica provoca alla fauna marina e, di conseguenza, all’ambiente marino”. 

Solo qualche mese fa, anche all’Isola d’Elba, a largo di Bagno di Marciana Marina, era stata segnalata la carcassa di una tartaruga marina a Legambiente Arcipelago Toscano. L’associazione è entrata in contatto con i forestali ed ha perfino avviato una campagna di informazione per la tutale dei nidi delle tartarughe marine. Anche nel Cilento, a Tindari e in Calabria sono state trovate morte delle tartarughe. La causa accomuna tutti questi decessi: stomaco pieno di plastica. L’inquinamento dei nostri mari, evidentemente, è sempre più pericoloso per le specie che li popolano. 

(Immagine in alto: Ansa)