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Sicilia: scoperti 6 vulcani sottomarini poco distanti dalla costa

Pubblicato: 06/08/2019 18:02

È noto come l’Italia abbia una struttura geologica ricca e complessa, in particolare la Sicilia che accoglie all’interno del suo arcipelago 3 importanti vulcani attivi in superficie: Etna, Stromboli e Vulcano.

Quello di cui non si aveva ancora certezza è l’intensa attività vulcanica che si nasconde tra i fondali marini. Nel Canale di Sicilia, tra le coste trapanesi e agrigentine, sono presenti ben 6 vulcani in fondo al mare. Questa nuova rivelazione la si deve all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) che ha sede a Sgonico, in provincia di Trieste.

La straordinaria scoperta: 6 vulcani sottomarini

L’ente scientifico italiano ha condotto ben 2 campagne a bordo della nave Ogs Explora; le attività di ricerca hanno rilevato diversi vulcani sottomarini a pochi chilometri dalle coste della Sicilia sud-occidentale, più precisamente tra Mazara del Vallo e Sciacca.

Il più vicino dista appena 7 chilometri dalla terraferma. Durante lo studio è stato mappato ad alta risoluzione il fondale marino e, grazie a indagini sismiche e magnetiche, si è ricostruito in dettaglio la morfologia. A guidare la ricerca Emanuele Lodolo che in una dichiarazione riportata dall’Ansa ha precisato: “Sono tutti localizzati (i vulcani) entro 22 chilometri dalle coste della Sicilia; uno in particolare si trova a soli sette chilometri da Capo Granitola”.

Si valuta il rischio vulcanico

Lo studio dell’Ogs ha avuto una portata internazionale, al punto che è stato pubblicato dalla prestigiosa Marine Geology, rivista scientifica del giornale olandese Elsevier. Era già in piedi l’ipotesi di una presenza di vulcani sottomarini, si pensava fossero 3 e invece ne sono stati individuati il doppio.

Il vulcano più vicino alle coste, chiamato Actea, ha una morfologia complessa – precisa Lodolo – e mostra una grossa colata lavica che si estende per oltre 4 chilometri“. Per lo studioso si tratta di un caso unico per questo settore e dimostra che sono ancora tante le aree geografiche da conoscere e studiare. Nel frattempo sono partite le analisi sul rischio di colate ed eruzioni, cruciali per l’incolumità della popolazione residente in zone costiere così densamente abitate.