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Percosse e violenze: l’orrore quotidiano dei bambini nelle isole del Pacifico

Pubblicato: 08/08/2019 17:34

Un nuovo rapporto di Save the Children delinea una situazione da incubo per quanto riguarda i bambini che vivono sulle isole del Pacifico. La ricerca, condotta insieme ad altre 3 organizzazioni, World Vision, Plan International e ChildFund, dimostra come oltre il 70% dei bambini in 8 Paesi della regione abbiano sperimentato un qualche tipo di violenza domestica durante la loro vita. Le giovani vittime soffrono spesso conseguenze molto serie, come danni fisici, gravidanze indesiderate, malattie sessualmente trasmissibili e traumi psicologici.

4 milioni di bambini vittime di violenze

I numeri sono particolarmente preoccupanti, perché si sta parlando di circa 4 milioni di bambini, 2milioni e 800mila nella sola Papua Nuova Guinea. In questo stato dell’Oceania, situato a nord dell’Australia, il 27% dei genitori oggetto dello studio ha ammesso di picchiare abitualmente i propri figli, mentre più della metà dei casi di violenza sessuale registrasti nella capitale, Port Moresby, sono compiuti ai danni di minori. Il problema è ancora più rilevante considerando i dati complessivi riferiti alla popolazione femminile, con 1 ragazza adolescente su 4 vittima di violenze fisiche e 1 su 10 di violenze sessuali.

L’impegno dell’Australia su questi temi

Kavithai Suthanthira Raj, autrice del rapporto intitolato Unseen, Unsafe, ha spiegato l’importanza di una corretta educazione, a partire dagli stessi genitori: “Una formazione genitoriale positiva con i genitori, per aiutarli a comprendere meglio l’impatto delle loro azioni, sta riducendo la violenza e gli abusi contro i bambini”. Una della nazioni più impegnate su questo fronte è l’Australia, che ha destinato più di 1milione di dollari australiani all’aiuto delle popolazioni nelle isole del Pacifico, investiti, in particolare, in programmi di contrasto alla violenza sui bambini.

Una cifra ritenuta comunque ancora insufficiente da Save the Children, per quella che viene definita come una vera e propria “epidemia”, contro la quale andrebbero mobilitate le istituzioni dei singoli Paesi: “In quanto maggior donatore nell’area del Pacifico – sottolinea Suthanthira – l’Australia deve dare l’esempio e continuare a lavorare a stretto contatto con i governi locali su questo tema”.