Brutta avventura per Gianni Precoma, sindaco di Caerano San Marco, provincia di Treviso. Il primo cittadino è stato aggredito da tre nomadi dopo averli intimati di lasciare la zona in cui si trovavano con il loro camper. Per lui una notte al pronto soccorso.
Sindaco aggredito da un gruppo di nomadi
L’episodio si è verificato venerdì sera quando il sindaco si è recato da solo in via dell’Artigianato per far allontanare i 3 nomadi che alloggiavano lì con il loro camper. Le tre persone erano componenti di un nucleo famigliare, quando hanno visto arrivare il sindaco da solo, con l’intento di intimargli di allontanarsi, i tre hanno risposto alla richiesta di sgombero con a violenza pestando Precoma. Il sindaco ha riportato diverse ferite al volto ed è dovuto correre al pronto soccorso dell’ospedale di Montebelluna, fortunatamente non ha riportato danni gravi.
Gianni Precoma, sindaco di Caerano S. Marco, Treviso
— Ginevra ~•°♥°•~ (@ginevra2612) August 11, 2019
Massacrato di botte da nomadi che voleva allontanare.
Lui dice che denuncerà
Ma a loro che gliene frega? Sanno di essere protetti dalla sinistra e certa stampa, che definiscono Precoma un sindaco-sceriffo e allusioni del caso pic.twitter.com/DpY3aDttTO
La solidarietà della classe politica
Ad esprimere solidarietà al primo cittadino di Caerano San Marco sono stati diversi esponenti della classe politica. Tra questi il commissario provinciale della Lega a Treviso Roberto Ciambetti che ha espresso vicinanza al sindaco e alla sua famiglia. “Nelle nostre città non c’è spazio per i violenti e per chi non rispetta le regole e la civile convivenza”.
Il governatore della regione Zaia si è detto vicino al sindaco definendo allucinante quanto accaduto “È allucinante che un sindaco di quelli che ama la propria terra, il decoro urbano e vuole tutelare i suoi cittadini, intervenuto saltato per far osservare leggi e regolamenti, venga pestato brutalmente a sangue”. Il governatore ha poi espresso la sua vicinanza “al sindaco di Caerano, ricoverato in ospedale a seguito delle percosse, giungano il mio penale abbraccio e gli auguri di pronta guarigione e, soprattutto, la certezza di non essere solo nella comune battaglia per il rispetto della legalità e della civile convivenza”.