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Napoli, donna in coma da mesi: “Somministrato un antibiotico a cui è allergica”

Pubblicato: 29/08/2019 18:17

La denuncia di una donna, figlia di una paziente 81enne ricoverata all’Ospedale del Mare di Napoli, ha acceso i riflettori su un presunto caso di malasanità la cui cronaca è stata diffusa su Facebook da Francesco Emilio Borrelli, consigliere dei Verdi e membro della commissione Sanità. L’anziana è in coma da 3 mesi, sotto accusa la presunta somministrazione di un antibiotico a cui è allergica. “Sapevano benissimo che non lo poteva assumere, l’allergia era emersa proprio durante il ricovero“.

In coma da mesi: la figlia sporge denuncia

I sospetti della famiglia di una donna di 81 anni, ricoverata in coma da 3 mesi all’Ospedale del Mare di Napoli, sono confluiti in una denuncia che la figlia ha presentato ai Carabinieri.

L’ombra della malasanità incombe sul nosocomio partenopeo, dopo che la segnalazione è giunta all’attenzione del consigliere dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, ma è ancora presto per avere certezze.

Stando a quanto esposto, l’anziana sarebbe arrivata al Pronto soccorso il 13 giugno scorso, e la paziente, affetta da un tumore, è allergica a due antibiotici: Bactrim e Ciproxin.

Trasferita in Chirurgia, durante il ricovero avrebbe manifestato una reazione a un altro antibiotico, il Rocefin, che nonostante l’evidenza le sarebbe stato somministrato una seconda volta.

È in questa circostanza che sarebbe intervenuto un arresto cardiocircolatorio seguito da un coma che va avanti da mesi. Mia madre non si è mai risvegliata“, sottolinea la figlia dell’81enne, Elisabetta Maiellaro.

Chiesta un’indagine interna

Nel condividere il caso sulla sua pagina Facebook, Borrelli ha annunciato la richiesta di una indagine interna per chiarire i contorni della vicenda.

Abbiamo chiesto all’Asl Napoli 1 di avviare un’inchiesta interna per evincere come sia stato possibile un fatto del genere“. Il consigliere dei Verdi ha parlato di eventuale “negligenza inaccettabile” in caso di conferma dei sospetti della famiglia.

Sarebbe assurdo – conclude – che ad una paziente, che ha già accusato una reazione allergica in seguito all’assunzione di un antibiotico durante la degenza, sia somministrato lo stesso farmaco per la seconda volta“.