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La stagione della caccia parte in anticipo: più morti per tutti

Pubblicato: 03/09/2019 10:46

In Italia si caccia, e pure in anticipo: sono 15 le regioni che hanno autorizzato la preapertura della stagione venatoria, e se a pagare il prezzo più alto è sempre il mondo animale, l’uomo non è esente da un conto che si fa sempre più alto. Come è stato possibile? Anziché dalla terza domenica del mese, gli appassionati possono far sentire la loro ‘supremazia’ sulla fauna selvatica a colpi di fucile già dal 1° settembre. Ed è una chiara sconfitta per quanti cercano di rispondere – a suon di leggi – all’ormai consueta pioggia di morte tra i boschi e le campagne. La battaglia di Wwf Italia procederà anche per via legale, ma la strada è davvero lunga perché si possa gridare alla svolta.

Cacciatori felici dal 1° settembre

Cacciatori felici dal 1° settembre, in barba alle disposizioni di legge che avrebbero visto la caccia al via dal 15. Altro che terza domenica del mese: si spara in anticipo in 15 regioni italiane, dove la preapertura regala un ‘brivido’ prima del previsto. E se per l’uomo è adrenalina, o passione – a detta di alcuni -, per l’animale è sempre soltanto una cosa: la fine.

E mentre il fuoco di morte irrompe nella natura, dal Wwf Italia arriva la condanna e l’annuncio di imminenti azioni legali contro la scellerata gestione delle attività di caccia: “Troppe aperture anticipate della caccia in tante regioni. Metteremo in atto qualsiasi azione legale e di pressione per respingere queste illecite e ingiustificabili carneficine di animali selvatici, comprese denunce penali e alla Corte dei Conti“.

La piaga delle preaperture si estende da Nord a Sud, senza particolari distinzioni se non nei soli casi di Abruzzo e Marche, dove i rispettivi Tar hanno agito bloccandole con un decreto cautelare urgente, ritenendo prevalente l’interesse pubblico alla conservazione della fauna selvatica.

Preapertura illegittima

Si può parlare di preapertura illegittima? Alla luce della deroga prevista dalla legge n. 157/1992 per la protezione della fauna selvatica – deroga di cui si sono avvalse le amministrazioni regionali che hanno autorizzato l’avvio anticipato – la risposta a questo interrogativo è affermativa.

Infatti, una preapertura può essere concessa soltanto in casi particolari e in particolari condizioni, previo parere dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Servirebbe una motivazione precisa da parte dell’Istituto, ma quanti ne sono in possesso? La domanda rischia di aprire scenari in cui la sola certezza è proprio la legittimità del quesito.

I ricorsi del Wwf talia

Gli ambientalisti del Wwf Italia hanno presentato ricorso contro la scelta di aprire la caccia prima del previsto. In 2 di questi percorsi legali, come abbiamo visto poco sopra, l’esito è stato favorevole alle questioni sollevate dall’associazione.

Si tratta delle regioni Abruzzo e Marche, dove i Tar hanno sospeso la preapertura con provvedimento urgente. “Molti giorni di caccia in meno e migliaia e migliaia di animali salvati“, scrive il Wwf, sottolineando anche la situazione fuori controllo in merito alla pubblicazione dei calendari venatori. Dovrebbero essere resi noti entro il 15 giugno, ma sono tante, troppe le amministrazioni che li pubblicano con notevole ritardo.

Più morti per tutti

La caccia non è un’attività a senso unico quando si parla di vittime. Infatti sono sempre più numerose le morti tra gli uomini, causate da errori o incidenti. Il bilancio è degno di una guerra lunga e sanguinosa.

A darne conto è l’Associazione Vittime della caccia, con una fotografia significativa di cosa succede durante la stagione. Nel 2018, dal giorno 1 settembre al 31 dicembre, le persone colpite sono state 65 (secondo il calcolo fatto dall’organizzazione). Di queste, 16 sono rimaste uccise e 49 ferite (di cui 2 bambini).

Chiunque può diventare una vittima, perché non praticare la caccia non rende immuni dai rischi che essa comporta.

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Ultimo Aggiornamento: 03/09/2019 10:58

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