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Marina Berlusconi difende il padre contro gli “sciacalli”

Pubblicato: 06/09/2019 11:58

Marina Berlusconi ha scritto una lettera al Corriere della Sera sul caso Imane Fadil, concentrandosi soprattutto sui mesi di indagini e di accuse, più o meno velate, di avvelenamento, che avevano come bersaglio il padre, Silvio Berlusconi.

La morte di Imane Fadil

La modella 34enne Imane Fadil, nota alle cronache per essere il testimone chiave del processo Ruby Ter, è deceduta all’Humanitas il primo marzo scorso. Il suo ultimo mese di vita era stato un’agonia, passato in ospedale, con il sospetto di un avvelenamento. Alla fine, nonostante manchino alcuni definitivi accertamenti, non sarebbe stata uccisa, come si era ipotizzato, ma sarebbe morta per una aplasia midollare.

Le parole di Marina Berlusconi

Proprio sugli ultimi esami della Fadil si concentra la Berlusconi: “ora che l’evidenza dei fatti impone a tutti di tornare alla razionalità, una riflessione relativa al modo in cui la terribile vicenda della morte di Imane Fadil è stata gestita credo sia giusto farla. Non solo su ruolo e obiettività dell’informazione, ma anche, più in generale, sulla cultura dell’allusione e della calunnia e su quanto tutto questo intossichi la vita democratica del nostro Paese“. La fine del caso della Fadil, quindi, diventa un modo per parlare di informazione. Marina Berlusconi sottolinea come, quando si parlava di avvelenamento, i sospetti si siano puntati su suo padre presumendo che il movente fosse il processo: “Un processo costruito sul nulla, finito infatti con un’assoluzione piena per mio padre“.

La Berlusconi continua sottolineando l’inesistenza di un movente: “Imane Fadil: una «teste chiave» la quale peraltro aveva già detto tutto quello che riteneva di dover dire (e sulle sue dichiarazioni proprio per rispetto sorvolo). Il sospetto autorevolmente avanzato è che sia stata avvelenata, e addirittura con sostanze radioattive“.

L’attenzione si ferma poi sull’informazione: “Ora, dopo un’attesa che pareva infinita, le agenzie informano che secondo gli esami clinici Imane Fadil è morta per cause naturali“. Ma non basta: “troppo facile” e ora “chi lo ripagherà di quel che in questa storia di consapevole follia gli è stato gettato addosso? Delle paginate sui giornali, anche stranieri, dei servizi su tg, radio, web, di quei talk show che con accanimento morboso per mesi hanno vivisezionato il caso? Qualcuno mai farà mea culpa per questi metodi da sciacalli?“.