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Batterio New Delhi, allarme in Toscana: 64 casi e 17 morti sospette

Pubblicato: 08/09/2019 13:19

I medici hanno scoperto il batterio New Delhi per la prima volta nel 2009, in un uomo svedese di ritorno da un viaggio in India. La pericolosità maggiore del batterio è data dalla sua forte resistenza agli antibiotici, il che lo rende ancora più potente in pazienti fragili e già affetti da altre patologie. Nel corso dell’ultimo anno ci sono stati 64 casi di pazienti infettati negli ospedali toscani, e 17 morti legate al batterio ma sulle quali ancora ci sono da accertare alcuni aspetti.

64 casi in Toscana

La zona più colpita finora dal batterio New Delhi metallo beta-lattamasi (NDM) è la Toscana occidentale. La zona fra Massa, Livorno e Pisa, il centro che conta finora il maggior numero di casi. A Pisa infatti la Asl ha registrato 28 pazienti infettati, segue Livorno con 8 e Massa e Viareggio entrambe con 4. I restanti sono sparsi per tutti gli ospedali della Regione. Repubblica ha scoperto inoltre che i pazienti “colonizzati”, cioè portatori sani del batterio (che potrebbe rimaner silente anche per diversi anni) sono oltre 500.

L’assessora rassicura: “Continueremo la battaglia contro il batterio, ma nessun allarme”

Si tratta di un batterio molto pericoloso negli anziani, nei pazienti immunodepressi o in chemioterapia. L’assessora toscana alla Salute Stefania Saccardi ha però rassicurato, tramite Repubblica, che “è un batterio che esiste ovunque, solo che in Toscana è presente in percentuali più alte. Dunque, c’è grande attenzione ma nessun allarme. Per quanto riguarda i 17 morti accertati finora, sappiamo solo che i pazienti erano positivi al batterio, ma non è ancora certo che sia stato il New Delhi a causarne il decesso. In ogni caso, il sistema sanitario toscano sta affrontando l’emergenza, adottando misure igienico-sanitarie ancor più ferree del solito. “Abbiamo una battaglia molto importante da combattere: quella di contenere al massimo la diffusione del New Delhi”, ha concluso l’assessora Saccardi.