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Neonato con una rarissima malformazione salvato dall’innovazione italiana

Pubblicato: 11/09/2019 12:52

Il 13 agosto scorso è nato a Milano un bimbo di nome Alessandro. Purtroppo il piccolo è venuto al mondo con una malformazione rarissima e rischiava sin da subito di morire. Il direttore del reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale è riuscito, grazie a una tecnica innovativa da lui stesso messa a punto, a salvare la vita del neonato.

La storia del piccolo Alessandro con una malformazione rarissima

Ernesto Leva, il direttore del reparto di chirurgia pediatrica del Policlinico di Milano, è riuscito a salvare la vita di un neonato. Il piccolo Alessandro, nato il 13 agosto, aveva una malformazione ano-rettale rarissima. Rischiava di non superare nemmeno il primo giorno di vita. Questa anomalia colpisce un bambino ogni 4mila e varia anche in base al sesso del neonato. In questo caso: “La via intestinale era rimasta attaccata alla via urinaria“, ha spiegato Leva a TgCom24.

La tecnica innovativa usata per salvare la vita al neonato

Per intervenire su queste malformazioni si usa una tecnica, invariata dagli anni ’80, che prevede tre interventi diversi. Il medico e la sua equipe, invece, ne hanno ideata una che permette di operare solo una volta. “Io e la mia squadra abbiamo ideato una tecnica che permette, a un giorno dalla nascita del bambino, di ottenere lo stesso risultato con un solo intervento“, ha detto Leva. Ha, inoltre, spiegato che la tecnica è stata affinata nel corso degli anni: “Io e la mia squadra abbiamo ideato questa tecnica nel corso degli anni, con l’esperienza“. Questo perché il Policlinico di Milano è un centro di riferimento nazionale per alcune patologie, come quella di cui soffriva il piccolo Alessandro. Ogni anno l’ospedale meneghino riceve bambini da tutta Italia e richieste di consulenze da tutto il mondo.

La tecnica si può esportare

La tecnica utilizzata per salvare la vita del piccolo e di altri bimbi, si può esportare in altri ospedali, sia in Italia che all’estero. Per farlo, ha detto Leva: “Bisogna avere esperienza delle patologie. Per questo ho già scritto un articolo sull’argomento e ne sto scrivendo un altro con le tecniche e le procedure aggiornate“. Inoltre, per poter realizzare operazioni del genere serve “una struttura organizzata e attrezzata per questi casi come il Policlinico“. Il direttore del reparto di chirurgia pediatrica ha fatto anche presente che “i bambini vanno preparati all’intervento, quindi ci vuole un neonatologo. Si tratta di un intervento molto lungo, è necessaria la figura dell’anestesista“. Infine: “C’è bisogno di un radiologo per gli esami necessari prima dell’operazione. Durante l’intervento poi siamo tre chirurghi“.

Quello su Alessandro non era il primo intervento di questo genere, il dottore e il suo team ne hanno già realizzati altri 10. Il medico ha dichiarato che “la particolarità di questo caso viene dal fatto che era il giorno prima di Ferragosto e il personale era ridotto“. Ha aggiunto: “Io stesso ero in vacanza e sono stato richiamato, per fortuna non ero lontano e sono potuto rientrare“.