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Lucio Battisti, lo sfogo della nipote: “Su di lui cose inventate”

Pubblicato: 12/09/2019 19:25

Sono passati più di vent’anni dalla morte di Lucio Battisti, il celebre cantautore, e oggi la nipote Lara lo ricorda, cercando anche di dare un’immagine diversa rispetto a quella che tutti conoscono e sfatando alcune credenze.

La morte di Lucio Battisti

Il 9 settembre 1998 moriva Lucio Battisti, gettando tutta Italia nello shock più totale. Anche i suoi cari ignoravano le reali condizioni di salute in cui versava il cantautore e oggi Lara Battisti, nipote del musicista, in un’intervista a IlMessaggero.it parla di quei momenti di dolore. “Cademmo nello stravolgimento totale: perfino noi familiari più stretti sapevamo solo che era in ospedale, ma non sospettavamo nulla di tanto tragico”, racconta la nipote. A trovare Lucio andò la sorella ma non raccontò mai agli altri cosa si dissero in quegli ultimi attimi: “Era troppo privato, troppo doloroso”. 

Molte cose inventate su Lucio Battisti

Lara ha parlato anche dell’amore tra Lucio e sua mamma Dea, come lei fosse orgogliosa di lui e ha ricordato i momenti passati in famiglia, quando si percepiva la volontà di Battisti di rifuggire dalla ressa mediatica. Lara era giovanissima all’epoca del successo di Lucio Battisti e ignorava la sua popolarità ma ricorda benissimo le reazioni del papà, cugino di Lucio, ogni volta che sentisse qualcosa di non veritiero su di lui: “Si arrabbiava quando sentiva dire che Lucio era musone o di una fazione politica piuttosto che di un’altra: tutte cose inventate”. E, ancora, prosegue: “Era curiosissimo, ma non si era mai interessato di queste cose, voleva sapere” riferendosi alla politica.

L’amore per la famiglia e il proprio paese

Battisti era molto legato alla famiglia, non si faceva problemi a presentarsi a casa degli zii e farsi il bagno nella loro vasca, senza troppi convenevoli: “Ho pensato spesso a lui, mentre mi immergevo in quella stessa vasca da bagno: la trovavo una cosa emozionante”. Alla fine, Lara ribadisce anche come il cantautore amasse il paese d’origine. Tornava di nascosto a Poggio Bustone, per rivivere anche quei luoghi dove aveva imparato a suonare e a comporre canzoni: “Non abbiamo mai pensato che ci avesse dimenticato, era uno di noi. E quanto gli piaceva la porchetta nostra”.