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Gloria: uccisa per le botte perché non voleva più prostituirsi

Pubblicato: 15/09/2019 12:41

Sono passati due anni da quel tragico 23 agosto 2017, quando Gloria Pompili 23enne originaria di Frosinone moriva da sola nella sua auto in una piazzola di sosta della Monti Lepini nel Nettunense. 

Tre persone sono state accusate per i reati di omicidio, maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione, perché Gloria, giovane madre di due figli di mestiere faceva quello perché costretta. Quello del 23 agosto è stato l’ultimo no, le botte l’hanno uccisa. A distanza di due anni il pm Lasperanza ha concluso la sua requisitoria e ha fatto delle esplicite richieste alla Corte d’Assise di Latina per avere giustizia per Gloria. 

La richiesta del pm 

Carlo Lasperanza è stato duro, come riporta La Repubblica, le parole pronunciate alla fine della sua requisitoria non lasciano spazi a dubbi sul tragico destino che è toccato a Gloria: “Per gli imputati la cosa importante era che Gloria si prostituisse, mentre lei è morta per difendere i figli”. Per questo ha chiesto pene severissime per i tre imputati accusati di omicidio, maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione. 

Si tratta della zia 40enne della giovane, Loida Del Prete, per la quale il pm ha richiesto 24 anni di reclusione perché ritenuta complice dell’omicidio e dello sfruttamento del corpo di Gloria. Saad Mohammed Elesh Salem, per il quale sono stati richiesti 40 anni di carcere; è lui che ha pestato a morte Gloria. Infine, il pm ha richiesto 12 anni al marito di Gloria, fratello del convivente della zia, Hady Saad Mohammed, per maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione. Ora non resta che attendere l’11 ottobre per le arringhe finali e la sentenza. 

Nata sotto una cattiva stella

Un calvario quello subito da Gloria, iniziato quando da bambina è rimasta orfana di entrambi in genitori finendo in una casa famiglia. A 18 anni ha incontrato il primo compagno dal quale ha avuto i suoi due bambini, la sua unica ragione di vita, il motivo per il quale ha cercato di andarsene da quella vita in cui era incappata fatta di soprusi, sopraffazione e violenze. 

Con la fine della storia con il primo compagno, un romeno finito in carcere, poco dopo Gloria ha incontrato il fratello del compagno della zia, sono stati loro a ridurla in schiavitù. Ogni giorno Saad Mohammed Elesh Salem portava Gloria sulla via Nettunense, tra i centri di Anzio e Nettuno lasciandola lì ogni giorno per racimolare qualche soldo. Se Gloria diceva no erano botte e minacce a lei e ai suoi figli.

La tragica morte

Quando il 23 agosto 2017 Gloria ha finalmente trovato il coraggio di abbandonare quella vita, ecco che sono arrivate le percosse fatali, i colpi le hanno causato la rottura di una costola che a sua volta ha perforato fegato e milza. La 23enne è morta in auto per una emorragia, davanti agli occhi dei suoi bambini e quelli dei suoi aguzzini che fino alla fine hanno cercato di nascondere l’accaduto parlando di un semplice malore. 

Gloria è stata lasciata sola

Per questo la severità del pm che, come riporta Il Messaggero afferma: “Gloria è stata lasciata sola nella sua gracilità e incapacità di difendersi. La zia non l’ha mai aiutata. In questo processo si accavallano una valutazione penale ed un giudizio di carattere morale. Nessuna disgrazia, c’è stata una sfilata di testimoni che hanno raccontato il clima che si respirava in quella casa. Gloria si copriva per non far vedere i segni delle botte che riceveva”.

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