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Bimbo di 10 anni muore per un hamburger: era contaminato

Pubblicato: 16/09/2019 10:53

Ha mangiato un hamburger risultato poi contaminato, e ha contratto il batterio Escherichia coli che gli ha provocato gravissimi danni, fino alla morte. È successo a Nolan Moittie, bimbo francese di 10 anni che per 8 è stato costretto a una vita sospesa tra letto e sedia a rotelle. Incapace di camminare, parlare e mangiare proprio per quella carne, acquistata in un supermercato, oggetto di un caso nazionale che ha fatto discutere.

Nolan, morto per colpa di un hamburger

Il piccolo Nolan Moittie è morto all’età di 10 anni, dopo una lotta contro le terribili conseguenze del batterio E. coli contratto dopo aver consumato della carne. Era il 2011 quando, a soli 24 mesi, mangiò un hamburger comprato in un supermercato che si è poi rivelato contaminato.

Sono passati 8 anni di sofferenze prima del decesso, avvenuto il 14 settembre scorso dopo una vita costretta tra letto e sedia a rotelle. Il caso non è isolato ma fa parte dei 15 registrati nella regione francese di Hauts-de-France in quell’anno.

Nolan era già affetto da una patologia neurologica che sarebbe peggiorata a causa del batterio, e le sue condizioni sono apparse da subito irreversibili. All’epoca il Nord della Francia fu investito dallo scandalo Escherichia coli, proprio in seguito agli acquisti di carne contaminata distribuita da Lidl.

Il caso del 2011

La storia del piccolo Nolan rientra nell’ondata di casi registrati in Francia nel 2011: Il bimbo consumò un hamburger contaminato, al pari di altri 14 minori (uno dei quali deceduto nel 2018) che manifestarono gravi sintomi per aver mangiato lo stesso prodotto.

Nel 2017, un tribunale francese ha condannato l’ex direttore dell’azienda produttrice, Guy Lamorlette, a 3 anni di carcere. La sentenza è stata confermata nel febbraio 2019, ma i legali dell’imputato hanno presentato ricorso.

Ai microfoni di France 3, l’avvocato della famiglia di Nolan, Florence Rault, ha descritto una situazione drammatica: i genitori del piccolo vivrebbero in condizioni disperate e senza più soldi neppure per il funerale. Avrebbero speso tutte le risorse negli 8 anni di cure al loro bimbo, e all’orizzonte non ci sarebbe alcuna ombra di risarcimento.