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Rivolta a Secondigliano: cibo scadente e niente Sky per i detenuti

Pubblicato: 01/10/2019 12:35

Qualche ora di agitazione nella giornata di ieri, nel carcere di Secondigliano. Una quarantina di detenuti si sono rifiutati di rientrare dopo l’ora d’aria. La situazione risolta dopo qualche ora, dopo il ricorso alla tenuta antisommossa.

Pessima carne e niente canali Sky

A raccontare la vicenda a The Social Post è Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria). “Non volevano rientrare nei passeggi dopo l’ora d’aria e si sono barricati. La trattativa è durata due ore e mezza, il personale era pronto a intervenire con la forza”. La polizia penitenziaria si è infatti preparata in assetto antisommossa, ma non è stato necessario ricorrere alla forza: Ha vinto la ragione: i detenuti hanno fatto le loro valutazioni e noi siamo rimasti calmi.”
Alla base della protesta, la qualità scadente della carne servita e la mancata trasmissione dei canali Sky, offerti al carcere di Secondigliano dalla Curia di Napoli. Un problema dovuto ad un guasto tecnico, ma per Fattorello i motivi della protesta sono altri: “Mi sembrano molto pretestuosi. È lo stesso gruppo di detenuti che venne allontanato da Poggioreale”. La direzione valuterà ora eventuali provvedimenti.

I responsabili già dietro le rivolte a Poggioreale

Nelle sue dichiarazioni, Fattorello spiega anche che la questione è grave perché i responsabili sono gli stessi che avevano sfagliato interamente un padiglione nel carcere di Poggioreale. Dopo quell’episodio erano stati trasferiti a Secondigliano – “gli hanno solo cambiato quartiere” – ma la normativa del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) prevede in questi casi il cambio di regione. Perché quindi non è stata seguita la circolare? “Sono gli equilibri. Sono cose che appartengono all’amministrazione. Noi – prosegue Fattorello – abbiamo una precisa circolare di Basentini (capo del DAP), che dice che in caso di violenze e rivolte i detenuti devono essere inviati fuori regione.”
In Italia è prevista innanzitutto la territorializzazione della pena, “ma così resta sul territorio anche il crimine”, sostiene Fattorello. Specie in caso di detenuti classificati come appartenenti a clan camorristici. Sono oltre 800 a Secondigliano e, secondo Fattorello, questi 40 responsabili della protesta potrebbero essere stati aizzati dai restanti.

Le parole del segretario generale SAPPE

Assieme a queste dichiarazioni e al comunicato fatto circolare, sono arrivate anche le parole di Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE: “Questa ennesima protesta, deve fare seriamente riflettere su quali e quanti problemi di sicurezza vi sono nelle carceri della Campania”. Una regione che da questo punto di vista può essere molto stressante per chi appartiene alla Polizia Penitenziaria, che “sta pagando uno scotto pesante in termini di stress, violenza e aggressioni fisiche e questo non si può più accettare e tollerare”.

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2019 12:37