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Tumore colon-retto: scoperta la proteina killer che lo fa crescere

Pubblicato: 10/10/2019 11:37

Un’importante scoperta sul tumore del colon-retto è stata pubblicata sulla rivista Nature, consegnata alla scienza da uno studio a cui ha partecipato l’Istituto piemontese di Candiolo, coordinato da Mathew Garnett del Sanger Institute di Cambridge. Si tratta della proteina ‘killer’ WRN che sarebbe responsabile della crescita e, se ‘disattivata’, porterebbe alla regressione di un particolare tipo di cancro al colon (MSI).

Cancro del colon: la proteina killer

È un piccolo passo avanti, ma tanto importante per la medicina da essersi imposto tra le pubblicazioni sulla rivista scientifica Nature. Si tratta dello studio portato avanti dall’Istituto IRCCS di Candiolo coordinato da Mathew Garnett, del Sanger Institute di Cambridge (Regno Unito), che riguarda una nuova scoperta in materia di tumore del colon-retto.

L’équipe del centro piemontese, guidata dai professori Livio Trusolino e Andrea Bertotti, ha identificato una proteina (detta WRN) che sarebbe alla ‘regia’ nella crescita di uno specifico tipo di cancro (MSI) con incidenza del 10% sul colon (e una media di 53mila nuove diagnosi all’anno in Italia) e di circa 1/4 nelle neoplasie allo stomaco.

Nuova frontiera nella ricerca

Ogni tumore ha un tallone d’Achille, una vulnerabilità – ha spiegato Trusolino, direttore del laboratorio di Oncologia traslazionale – e dipende da una proteina per crescere“. La nuova frontiera della ricerca ha portato a ‘evidenziare’ una preziosa strategia: ‘disattivando’ la proteina WRN, i tumori di tipo MSI andrebbero in sofferenza fino alla regressione.

Il team del Candiolo si è focalizzato sullo studio di questa forma di cancro del colon-retto e a breve dovrebbe partire la prima fase che porterà allo sviluppo di un approccio terapeutico, anche se nel lungo periodo.

Lo studio sulla disattivazione delle proteine

Il gruppo di ricerca di Cambridge lavora all’identificazione e disattivazione, una per una, delle proteine che in qualche modo ‘alimentano’ un tumore tramite l’impiego di una particolare tecnologia detta Crispr/Cas9.

In centinaia di tumori studiati, si sarebbe osservata una compromissione della crescita con la rimozione sistematica delle proteine individuate. Ai microfoni de La Stampa Anna Sapino, direttore scientifico dell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, ha sottolineato la rilevanza delle potenzialità applicative di questa scoperta. Il prossimo passo è lo sviluppo di farmaci che inibiscano la proteina killer.