Cade l’accusa di mafia nell’inchiesta Mondo di mezzo, conosciuta anche come Mafia capitale. Di poco fa, la notizia della decisione della Cassazione che si contrappone a quella della sentenza d’appello che aveva riconosciuto l’articolo 416bis. Resta quindi in auge l’accusa di associazione a delinquere ma cadono le accuse contestate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.
Mondo di mezzo non è mafia, i commenti
La sesta sezione della Corte di Cassazione di Roma ha annullato, senza rinvio, la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello su Mafia Capitale. Immediati i commenti alla sentenza della Cassazione. “Era una storia giuridicamente un po’ forzata: per annullare senza rinvio vuol dire che la Cassazione l’ha ritenuta giuridicamente insostenibile” ha dichiarato Cesare Placanica, legale di Carminati.
Si aggiunge anche il senatore di Forza Italia, Francesco Giro: “Giustizia è fatta. Ho pianto a dirotto per la tensione e l’emozione. Forza Luca! Gramazio libero! Tiratelo fuori! Raggi dimettiti! No allo sciacallaggio politico“.
Ad attendere la sentenza, si era presentata anche la sindaca di Roma, Virgina Raggi.
Oggi è una giornata storica per @Roma. Siamo in Cassazione per attendere la sentenza su Mafia Capitale. Oggi si chiude una vicenda che ha ferito la città. Noi siamo qui, #ATestaAlta, per tutti i cittadini onesti che insieme a noi combattono per la legalità e contro il malaffare. pic.twitter.com/JRz103UcLL
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) October 22, 2019
Il processo Mafia capitale: una lunga, travagliata storia
Era il 2014 quando venne a galla, sconvolgendo l’opinione pubblica, l’inchiesta Mondo di mezzo, conosciuta maggiormente come Mafia Capitale. Il primo grado del maxi processo Mafia Capitale si era concluso con una sentenza di colpevolezza per Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, condannati rispettivamente a 19 anni di reclusione e a 20 anni e 14mila euro di multa, ma senza il riconoscimento del 416bis.
In Appello però, venne ribaltata la sentenza: venne infatti riconosciuta la mafiosità dell’associazione per 18 dei 43 imputati. Carminati e Buzzi furono condannati (con pena ridotta) rispettivamente a 14 anni e mezzo e a 18 anni e 4 mesi.