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Torre di Pisa: i cambiamenti climatici minacciano anche i monumenti

Pubblicato: 29/10/2019 19:22

I cambiamenti climatici minacciano non solo l’essere umano e la natura, ma anche i monumenti. Ad esempio, la Torre Pendente di Pisa. Ad affermarlo, secondo quanto riporta Lo Sportello Dei Diritti, è il professor Carlo Viggiani, membro del Gruppo di Sorveglianza e Monitoraggio della Torre. La stabilità del simbolo di Pisa potrebbe essere compromessa dalle numerose e violente precipitazioni. Ma niente allarmismi. Il professore ribadisce: “la torre è comunque sana e crediamo che rimarrà lì per altri 300 o 400 anni”.

Il professor Viggiani, esperto della Torre Pendente

Carlo Viggiani, laureato in Ingegneria Civile a Napoli nel 1960, ha insegnato nelle Università di Pavia, Cosenza, Potenza e Napoli. Esperto di geotecnica e per un periodo direttore della rivista italiana di geotecnica, ha tenuto numerose conferenze in tutto il mondo. Dal 1990 al 2002 è stato Componente del Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa. La Torre Pendente, fin dai primi anni ’60, è stata uno degli interessi più forti del professor Viggiani. Addirittura da tentare di “raddrizzarla”, come si legge in un’intervista del 2015 ad opera del Mattino di Napoli. “In realtà l’abbiamo consolidata”, spiegava l’ingegnere. “Non solo era pendente ma si muoveva, se non fossimo intervenuti sarebbe crollata nel giro di qualche anno”.

Occhio alle precipitazioni e ai cambiamenti climatici

Inaugurata nel 1373, la Torre fa parte del Patrimonio dell’umanità. Tra il 1990 e il 2001, il professor Viggiani ha supervisionato i lavori di consolidamento. Nel 2001, la Torre Pendente è stata riaperta al pubblico. Oggi, a quanto pare, il problema si starebbe riproponendo, anche se non con delle tempistiche allarmanti. Per il professor Viggiani la Torre dovrebbe reggere altri 300 o 400 anni, ma il monitoraggio rimane fondamentale. I cambiamenti climatici non vanno sottovalutati, e potrebbero dunque influire negativamente anche sulla tenuta dei monumenti. La forza delle precipitazioni in Italia potrebbe infatti ammorbidire il suolo e contribuire alla rosicchiatura della stabilità del monumento.