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Papa Francesco accusato dagli studiosi: “Chi lo seguirà rischia la dannazione”

Pubblicato: 13/11/2019 11:14

Studiosi contro Papa Francesco, soggetto principe di un documento firmato da 100 intellettuali in cui si parla di “atti sacrileghi” attribuiti al Pontefice. È la notizia che ha fatto il giro del mondo, a cui è arrivata una risposta sull’Osservatore Romano. Non è la prima volta che Bergoglio finisce nel mirino dello scetticismo, di matrice laica o cattolica, di quanti si oppongono al suo approccio alla Chiesa. Pochi mesi fa, ad esempio, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò era arrivato a chiederne le dimissioni. È lo stesso nome che comparirebbe, secondo Adnkronos, tra i firmatari dell’atto d’accusa che ora vede il Santo Padre ‘sospettato’ di idolatria.

Accuse contro Papa Francesco: “Atti sacrileghi”

‘Eresia’ è una delle parole ricorrenti nella cornice di opposizione intorno alla figura di Bergoglio. Un’accusa che si insinua nei meandri della Chiesa e di alcune sacche intellettuali da anni, ombra dal respiro profondamente critico rispetto all’ortodossia di Papa Francesco.

Ad accendere il fuoco dell’ultima polemica, che sembrerebbe aggredire il suo modo di intendere il pontificato, è stata una particolare occasione: il Sinodo speciale dei vescovi sull’Amazzonia.

Stralci del documento, che sarebbe stato firmato da 100 studiosi contro il Papa e redatto in 7 lingue, sono riportati da Adnkronos. “Noi sottoscritti chierici, studiosi e intellettuali cattolici, protestiamo e condanniamo gli atti sacrileghi e superstiziosi commessi da Papa Francesco, il Successore di Pietro, durante il recente Sinodo sull’Amazzonia tenutosi a Roma“.

Secondo lo scritto – che ha generato una reazione pubblicata sull’Osservatore Romano a firma del vescovo Felipe Arizmendi Esquivel -, rischierebbero la “dannazione eterna” coloro i quali seguiranno Bergoglio “nell’offesa contro il Primo Comandamento” (“Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri dei di fronte a me)”.

Tra i passaggi chiave della protesta figura il richiamo a una presunta cornice di “idolatria”: “Il 4 ottobre Papa Francesco ha partecipato ad un atto di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama. Ha permesso che questo culto avesse luogo nei Giardini Vaticani, profanando così la vicinanza delle tombe dei martiri e della chiesa dell’Apostolo Pietro (…)“.

Nel testo sarebbe contenuto un altro affondo a quella che sarebbe una condotta “superstiziosa” e pericolosa da parte del Pontefice, in riferimento alla data del 27 ottobre scorso, giorno conclusivo del Sinodo: “Ha ricevuto una ciotola usata nel culto idolatrico della Pachamama e l’ha collocata sull’altare. Lo stesso Papa Francesco ha confermato che queste immagini in legno sono idoli pagani. Nelle sue scuse per la rimozione di questi idoli da una chiesa cattolica, li ha chiamati specificamente Pachamama, nome di una falsa dea della madre terra secondo una credenza religiosa pagana del Sud America“.

La risposta del vescovo Felipe Arizmendi Esquivel

Sull’Osservatore Romano, il vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas (Messico), Felipe Arizmendi Esquivel, ha risposto alle accuse mosse al Pontefice, spiegando il tenore della sua condotta.

Grande scalpore hanno suscitato le immagini o figure utilizzate nella cerimonia nei giardini vaticani all’inizio del sinodo panamazzonico e nella processione dalla basilica di San Pietro all’Aula sinodale, alle quali ha partecipato Papa Francesco, e poi in altre chiese di Roma. Alcuni condannano questi atti come se fossero un’idolatria, un’adorazione della “madre terra” e di altre “divinità”. Non c’è stato niente di tutto ciò. Non sono dee; non c’è stato alcun culto idolatrico. Sono simboli di realtà ed esperienze amazzoniche, con motivazioni non solo culturali, ma anche religiose, ma non di adorazione, perché questa si deve solo a Dio“.

A detta del vescovo emerito, definire il Papa come idolatra è un atto di grande imprudenza, disancorato dalla realtà delle cose: “Non lo è stato né lo sarà mai“.