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Bimbo chiuso in una gabbia per gatti, torturato e ucciso: genitori a processo

Pubblicato: 15/11/2019 12:32

Un uomo e una donna 27enni sono accusati di aver brutalmente ucciso il figlio, un bimbo di 5 anni che, secondo gli inquirenti, avrebbero prima chiuso in una gabbia per gatti e poi torturato con l’acqua bollente. Il dramma si è consumato in un centro vicino a Singapore, nel 2016, e i coniugi sono finiti a processo.

Bimbo in gabbia, torturato e ucciso

Una coppia di 27enni, Azlin Arujunah e Ridzuan Mega Abdul Rahman, è finita a processo con l’accusa di aver ucciso il figlio, un bimbo di 5 anni. I fatti, stando a quanto riportato dal Daily Mail, si sono svolti in un centro poco distante da Singapore e i contorni della vicenda sono agghiaccianti.

Il piccolo sarebbe stato costretto a vivere dentro una gabbia per gatti, sottoposto a continue torture con pinze e altri oggetti atti a ferirlo, e infine ustionato a morte con l’acqua bollente.

L’esito dell’autopsia

Davanti agli inquirenti e al medico legale che ha condotto l’autopsia si sarebbe prospettato uno scenario sconvolgente: il minore presentava gravissime ustioni sul 75% del corpo, e lesioni profonde compatibili con il contatto diretto con le superfici della gabbia sequestrata all’interno dell’appartamento.

Il decesso, secondo quanto emerso, sarebbe stato causato da un concorso di violenze terribili, tra cui una serie di colpi alla testa e gli esiti di un ‘bagno in acqua bollente’, che i due avrebbero rovesciato addosso al bimbo sostenendo di volerlo ‘punire’ perché resistente a fare il bagnetto.

La versione dei genitori

I genitori, entrambi imputati e prossimi alla sentenza, avrebbero inizialmente rigettato ogni addebito. A processo, però, sarebbe poi emersa la confessione di aver agito contro il minore, a loro dire per “dargli una lezione”, riporta il Daily Mail.

I periti che hanno esaminato il cadavere avrebbero riscontrato traumi che potrebbero risalire a molto tempo prima della morte. Il bambino avrebbe avuto devastanti lesioni anche a carico delle gengive e del cuoio capelluto, oltre a una serie di problemi connessi a un grave stato di disidratazione e denutrizione.

La coppia avrebbe aspettato almeno 6 ore prima chiamare i soccorsi, dopo aver lasciato il figlio in agonia all’interno della gabbia che si sarebbe poi rivelata la sua trappola infernale.

All’arrivo dei sanitari, lo spettro di terribili torture si sarebbe fatto quasi certezza e la denuncia, presentata dai medici che hanno visionato lo stato del minore, ha fatto scattare le indagini culminate nell’arresto.

Come posso uccidere un bambino? Basta guardare la mia esile corporatura“, avrebbe detto la madre al momento del fermo, stando a quanto riportato dal quotidiano locale The Straits Times. Parole che, davanti alle evidenze investigative, si sono rivelate un castello di carta.